𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐚𝐭𝐫𝐞́

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Vi prego di leggere lo spazio autrice a fine capitolo, grazie.

Isabel's pov
Si dice che i sogni siano condizionati dalla nostra volontà, che siano qualcosa che vogliamo vedere o sapere ma che non ricordiamo.

Platone parlava di rimembrare.
La mente umana possiede già ciò che cerca per la sua intera esistenza ma non è in grado di tirarlo fuori perché spaventata, è una sorta di sistema di auto-protezione.

Ma allora perché io, nei miei molteplici incubi, continuavo a sentire tutto come se fosse vero? Perché rivivevo sempre la stessa scena se già sapevo come sarebbe andata a finire?

Non importava dove fossi, avrei sempre rivisto quella baracca, quel materasso sporco, e avrei sempre sentito quelle mani sudicie sul mio corpo.

Era qualcosa a cui avrei potuto non pensare per un po', ma non certo dimenticare perché ogni giorno avrei rivisto i segni del mio passato sul mio stesso corpo.

Dimentichi le cose sbagliate.

Quella notte mi svegliai più volte finché non rinunciai completamente al proposito di dormire.

Rimasi semplicemente a fissare il soffitto, stretta tra le braccia di Draco e coperta dal lenzuolo.

Quando vidi sorgere il sole fu un sollievo, finalmente potevo alzarmi.

Sgattaiolai nel bagno evitando il mio riflesso allo specchio perché consapevole di non essere un ottimo spettacolo appena sveglia.

Aprii il getto d'acqua della doccia mentre i ricordi della sera precedente si alternavano nella mia testa.

Ero finalmente cosciente di ciò che era successo nei miei primi sette anni di vita ma se una normale ragazza al mio posto si sarebbe sentita felice, io non lo ero affatto.

Non sapevo perché la mia famiglia mi aveva abbandonata e forse avrei preferito rimanere semplicemente all'oscuro di tutto.

Mi avevano buttata via come un rifiuto perché mi consideravano tale. Per un atto di puro egoismo, invece di proteggere una bambina, mi avevano abbandonata per pensare a se stessi, perfettamente coscienti che altri mi avrebbero cercata cercata ovunque.

Ma forse era meglio così, non ero benvoluta comunque lì.

I guai però non erano finiti perché quel mangiamorte aveva detto qualcosa che non era sicuramente passato inosservato al mio udito.

"Ritorneranno" .

Chi ritornerà? Se ritorneranno, mi stavano già cercando? Da quanto? Ha forse a che fare con le persone che uccisero i miei genitori adottivi?

Dovevo andare dal preside, perché ero certa che solo lui avrebbe potuto rispondermi, siccome sembrava sapere sempre tutto.

Quando qualcuno bussò alla porta del bagno, ritornai alla realtà uscendo dalla doccia coprendomi con un asciugamano prima di sussurrare un breve "avanti".

La mia vista era appannata dal vapore, quanto tempo ero rimasta sotto la doccia?

Draco entrò con gli occhi assonnati, i capelli scompigliati e con addosso solo un pantalone della tuta che casualmente era grigio.

Per Salazar, quanto è bello.

Vagina dobbiamo essere forti, non è il momento di immaginare scenari osceni.

Mi sorrise mettendosi dietro di me iniziando a baciarmi lentamente il collo.
Non aveva nessun secondo fine, era solo qualcosa di affettuoso.

Il fiato caldo solleticava la mia pelle mentre, attraverso lo specchio, guardavo le sue mani stringersi sui miei fianchi e i suoi occhi chiusi, intenti a godersi il tepore emanato dal mio corpo.

scars // draco malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora