Destinazione

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10.00
"Simone"
"Smettila ti prego, voglio dormire"
"Vuoi rimanere bloccato qui per sempre, forse?"
Con un colpo secco di reni Simone gli si spalmò completamente addosso, sperando di riuscire ad impedire anche il suo di risveglio.
"Si, voglio rimanere bloccato qui per sempre"
"Per quanto tu sia carino, vorrei ricordarti che tra un'ora abbiamo i tamponi, e che tu mi hai promesso la colazione"
Simone si alzò controvoglia, solo ed esclusivamente per non lasciare il compagno a digiuno, cercando di ripararsi dal freddo come meglio poteva, utilizzando la miriade di capi abbandonati ai loro piedi.
Il ragazzo non immaginava nemmeno quanto il suo aspetto dovesse essere terribile in quella circostanza, se pur Manuel che si trovava nella sua stessa identica situazione riusciva ad apparirgli comunque bellissimo.
Era forse l'amore, a spingere entrambi a scegliersi anche così?
Anche se, in fin dei conti, non poteva dirlo con certezza, che si fossero proprio scelti.
Poteva essere considerata una scelta la loro? Si erano ritrovati catapultati in quella situazione, e forse l'avere solo l'un l'altro come appiglio aveva fatto in modo che si lasciassero andare.
Il piccolo aveva così tanta paura della risposta a quella domanda, così come aveva il terrore di tornare a Roma e perdere per sempre tutto quello che avevano costruito.
L'avrebbe scelto anche in quel caso, Manuel?
Simone era certo solo di una cosa, che lui Manuel l'avrebbe scelto a qualsiasi condizione.

11.00
"Simo"
"Mh?"
"Vai prima tu"
"E perché?"
"Perché io c'ho paura"
Simone gli accarezzò le guance con il dorso della mano, cercando di fargli percepire la sua vicinanza.
"Non devi avere paura, vedrai che saremo entrambi negativi e nessuno ci impedirà di sali-"
"Ma che hai capito? Io c'ho paura di quel coso che ti ficcano dentro al naso, ma lo devono fa' per forza? Non si possono accontentare della gola?"
"Ma scusa la gola non dovrebbe dare più fastidio?"
"La mia gola ha visto di peggio, il mio naso no"
"Altro che vado per primo, io ti lascio proprio qui da solo"
"Eddai"
Simone era solo un uomo e per giunta un uomo debole, e non aveva la capacità fisica di resistere a quel broncio.
L'infermiera chiamò improvvisamente i nomi di entrambi, che erano stati registrati sotto la stessa prenotazione.
Per il bene di Manuel il più piccolo si offrì di iniziare per primo, ed il processo impiegò poco più di una manciata di secondi.
Quando Simone fu invitato a lasciare la stanza per far posto a Manuel, si sentì bloccato per un braccio da una mano piccola ma fin troppo forte.
"Simo resta, non te ne andare"
Simone si affrettò a chiedere allo staff se fosse un problema intrattenersi per qualche secondo in più, ricevendo subito il consenso generale.
"Non vado da nessuna parte"
Delle mani ricoperte di lattice si avvicinarono pericolosamente al volto di Manuel, tenendo tra le mani il tampone che avrebbe dovuto farsi spazio nel suo naso.
"Simo, tienimi la mano" fu l'ultima cosa che riuscì a pretendere.

14.00
"È il nostro ultimo pranzo insieme"
"Ne abbiamo fatto solo un altro, non mi sembra una tragedia"
Manuel non diede neanche peso alle parole che gli uscirono dalla bocca, fu così chiaro.
Non pensava di aver detto qualcosa di sbagliato, infondo voleva solo alleggerire l'aria pesante che la tensione per la partenza stava creando.
D'altronde farsi paranoie inutili per il futuro non avrebbe di certo reso le cose più semplici.
Simone, però, non sembrava dello stesso avviso.
Si alzò da tavola con il suo panino ancora in mano, e si sedette nel tavolo poco più distante, accertandosi di dare le spalle a Manuel.
"Simo"
"Non ci voglio parlare con te"
"Dai Simo, dovremmo godercele di più queste ultime ore, non abbiamo tempo per litigare"
"Mi conosci da soli due giorni, non è una tragedia se ci litighi con me"
Era così stupido a pensarla in quel modo.
Era così stupido a pensare che Manuel la pensasse in quel modo.
"Lo sai che tra di noi le cose non funzionano così"
"E come funziona fra noi, sentiamo?" finalmente il piccolo gli concesse la visione del suo viso, se pur rosso dalla rabbia.
"Funziona che io a te te conosco da tutta la vita.
Funziona che il tempo con te lo decido io quanto dura, non lui, non tu, io. E io ho deciso dalla prima volta che t'ho visto che con te c'avevo già passato tutti i miei giorni"
Scambiò senza pensarci troppo la sua sedia con le gambe di Simone, e approfittando del suo silenzio per venerargli il volto fra le mani
"Funziona che io e te viviamo nella stessa città, anche se la follia di questi due giorni spesso ce lo fa dimenticare. Funziona che questo non è il nostro ultimo pranzo insieme, ma è solo il nostro, non lo so, tipo ottavo appuntamento?"
Non vi fu opposizione ai suoi baci, da parte di Simone, e tutta la rabbia che aveva provato si era affievolita lasciando spazio alla gratitudine di averle anche solo provate certe cose con il moro.
"Sono stato proprio un maleducato a lasciare il mio appuntamento da solo a tavola, vero?"
"Non preoccuparti, mi sono sempre piaciuti i ragazzacci"

48 ore - Manuel & SimoneWhere stories live. Discover now