Uno

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Harry era un individuo a tutto tondo con dei voti del liceo da mantenere e un piccolo gruppo di amici, non che li frequentasse molto al di fuori della scuola. Era un ragazzo semplice con gusti semplici.

Non aveva mai considerato che ci fosse un problema psicologico con sè stesso. Era un tipico ragazzo di scuola tranquillo che disprezzava tutto ciò che era rumoroso o violento. Ma fu solo quando arrivò il suo diciassettesimo compleanno, a metà dell'anno scolastico per l'esattezza, che Harry si rese conto di quanto i rumori forti gli dessero fastidio.

I ragazzi del suo quartiere avevano messo le mani sui fuochi d'artificio. Un'attività innocua con l'accensione del fiammifero attaccato e sedie reclinabili per guardare la scena. Tuttavia, mentre Harry tornava a casa da scuola, camminando lungo il tranquillo quartiere per vedere lampi di blu e rosso prendere il volo nel cielo oscurato, sentì i boati rimbombanti dei fuochi in cielo penetrare i suoi timpani al punto in cui il dolore lo fece urlare. Purtroppo le sue urla rimasero inascoltate dal forte rumore e Harry fu troppo spaventato per allontanarsi dall'area.

Non ricorda di essere svenuto.

Quello fu solo l'inizio per il ragazzo, che affrontò questo nuovo fardello insieme a quello di essere un insonne diagnosticato. Era così fin da quando era piccolo. Ed ora aveva anche questa paura improvvisa di rumori più forti.

Dopo molte suppliche, suo padre lo portò dal dottore per confermarlo, ma Harry aveva già diciassette anni, quindi non c'era molto da fare per proteggere un giovane da qualcosa fuori dal loro controllo.

Harry ha mantenuto voti così buoni perché tutto ciò che ha fatto è stato studiare 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Le pillole che prendeva lo facevano dormire, ma gli davano un mal di testa di cui aveva bisogno di più pillole per liberarsi. Semplicemente non ne valeva la pena.

Viveva in un vuoto costante di pareti sottili che lo intrappolavano, lo soffocavano, e non era sicuro di come gestirlo. Non era un gran combattente e quando succedevano le cose, le accettava. Sempre molto accomodante.

Quindi quando un giorno l'allarme antincendio fu attivato a scuola per un'esercitazione, con la campanella così vicina alle sue orecchie, Harry accettò che quella sarebbe stata la sua fine. I suoi polmoni si rifiutavano di aspirare aria e i suoi occhi si riempivano di lacrime al punto da non poter vedere. Tre ragazze arrivarono immediatamente di corsa e una di loro tentò di chiamare un'ambulanza mentre le altre due lo calmarono in modo che potesse respirare.

"Via da qui, fai attenzione, ha bisogno di spazio per respirare."

Harry non riesciva a identificare la voce come nient'altro che angelica, quindi era sicuro che il suo tempo fosse finito ed è in paradiso. Una mano venne premuta delicatamente sulla sua schiena per livellarlo e tenerlo su per più ossigeno. Forse non è morto.

"Eccoci tesoro. Bravo così, tranquillo. Adesso stai bene piccolo." Il blu oceano dei suoi occhi è ciò che ha calmato di più Harry. Il blu più calmo che riancora il ragazzo alla Terra.

La sua voce rilassa Harry fino a tornare coerente e quasi si addormenta quando le dita si arricciano sulla nuca e gli massaggiano i riccioli. C'è della magia in quelle dita, presume Harry. È così che si addormenta e finisce nell'ufficio delle infermiere.

L'infermiera gli spiegò come aveva avuto un attacco di panico e Harry arrossì per l'imbarazzo. "Tua madre sta venendo a prenderti e portarti a casa."

Era un calvario faticoso per cui Harry non sente di essere pronto, perché tutto ciò che fa sua madre è dargli la zuppa e qualche giorno libero da scuola. Era completamente ignara di come stia Harry e lui non era così sicuro che le importasse davvero così tanto, né che capisse la gravità delle condizioni di Harry. Tutto lo terrorizzava al punto che non voleva nemmeno uscire di casa. Era tutto così nuovo e spaventoso per lui e non avesse nessuno che lo confortasse nelle sue ore più buie.

Arrivò al punto in cui Harry iniziò ad avere una leggera depressione e raramente riusciva mentalmente ad andare a scuola.

"Signor Styles, non sta bene?" gli chiede una mattina la sua insegnante di matematica.

"Sto bene, signora Caigal. Solo un po' distratto" le dice quando lei lo richiama gentilmente davanti alla classe.

"Se vuole chinare la testa e riposare, capisco." La classe mormora infastidita per il fatto che Harry abbia ottenuto privilegi speciali che nessun altro ha avuto.

Harry acconsente a malincuore, appoggiando la testa sul banco fresco per provare a dormire finché può. Il sole brillava proprio nei suoi occhi a questa angolazione, quindi volta la testa dall'altra parte per concentrarsi su due ragazze. Una di loro ora aveva gli occhi puntati sull'insegnante mentre gli occhi dell'altra erano puntati sulla parte posteriore dei capelli dell'altra ragazza, facendo scorrere delicatamente le dita attraverso le ciocche con delicatezza.

Si ritrova a sentire un formicolio nella parte anteriore della gola, ma non un formicolio, tanto più qualcosa di rilassante. Fa scorrere tre dita, conta Harry, attraverso la sommità della testa fino alla base del collo in una carezza morbida che fa sì che le palpebre di Harry inizino ad abbassarsi. Non si sentiva così stanco da un po' e prima che se ne accorgesse si spegne come una luce.

Quando un po' di tempo dopo viene scosso dalla signora Caigal, è sicuro di non essere stato così bene da molto tempo dopo aver finalmente fatto un pisolino decente. Qualunque effetto magico si fosse verificato mentre guardava quella ragazza giocare tra i capelli della sua amica, gli sarebbe piaciuto che accadesse più spesso, per favore.



N/A: 

pubblicherò il prossimo capitolo stasera, scusate per i tempi verbali ma l'autrice li ha mischiati tutti e li ho corretti ma forse alcuni mi sono sfuggiti lol, rincontrollerò

al prossimo capitolo!

ASMR {Traduzione italiana}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora