Capitolo 1

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** ogni inizio, inizia da una fine **

Non mi sono ancora abituata a tutto il caos che mi circonda, nonostante abbia trascorso tutta la mia vita in una delle città più trafficate d'Italia. File e file di taxi sono ferme ai semafori, i marciapiedi sono super affollati, soprattutto a quest'ora del giorno, e immensi grattacieli sono illuminati da schermi pubblicitari. È sempre stato il mio sogno visitare New York ma non avrei mai pensato di poterci vivere. Eppure eccomi qui, nella grande mela, la città dei miei sogni. Ho affittato un appartamento non lontano dal centro, piccolo ma confortevole. È ancora spoglio ma con il tempo riuscirò ad arredarlo secondo i miei gusti. Se c'è una cosa che mi piace fare è proprio divertirmi a sfogliare riviste di arredamento d'interni ed ora che ho la possibilità di costruire la casa dei miei sogni non me la farò sfuggire. Sono partita dall'Italia qualche giorno fa solo dopo aver ricevuto la conferma di un colloquio di lavoro con una delle compagnie alberghiere più conosciute al mondo, la Silver Company. La Silver Company possiede più di quaranta hotel di lusso divisi tra Stati Uniti, Asia ed Europa. Dicono che il proprietario abbia preso in eredità dalla famiglia solo cinque hotel e sia riuscito in pochissimo tempo ad aumentarne il numero e la qualità facendone la compagnia più conosciuta al mondo. Non ho mai avuto la fortuna di soggiornare in uno di questi hotel, causa budget naturalmente, ma l'idea di poter lavorare a stretto contatto con delle persone che in poco tempo hanno costruito un impero mi elettrizza. Ho da poco concluso l'università laureandomi in giurisprudenza, non volevo restare in Italia ma iniziare una nuova avventura, così ho pensato di cercare lavoro in una città straniera. E la mia scelta è ricaduta immediatamente su New York. Spero di migliorare il mio inglese che non è dei migliori e far pratica soprattutto sulla pronuncia. Voglio soprattutto ricostruirmi una vita lontano dall'Italia e lasciarmi alle spalle tutto il dolore che ho dovuto sopportare in questi ultimi anni. La mia infanzia è stata felice, avevo due genitori che mi volevano bene e una sorella meravigliosa. Ma sono rimasta orfana all'età di quattordici anni. La mia famiglia è stata rapita e assassinata. Io mi sono salvata ma da quel giorno la mia vita è completamente cambiata. Ho vissuto sotto protezione per due lunghi anni, in una casa che non sentivo mia e con persone che non mi volevano bene. Ho persino dovuto cambiare identità per evitare che i mostri che hanno ucciso le persone che amavo potessero trovarmi. Ma adesso voglio lasciarmi tutto alle spalle e ricominciare a vivere, voglio tornare ad essere felice dopo troppi anni passati nel buio più profondo.

Alzo gli occhi al cielo e ammiro l'immenso edificio che mi sovrasta. È il tipico grattacielo newyorkese. Piani e piani di uffici e show room. Deve essere meraviglioso lavorare in un posto del genere! <<siamo arrivati.>> mi dice il taxista destandomi dai miei pensieri. <<quanto le devo?>> mi affretto a chiedere in un inglese stentato. <<23,5 dollari, signorina.>> Prendo il portafogli dalla borsa e gli consegno i soldi. <<tenga pure il resto.>>
Mi affretto a scendere dal taxi e alzo lo sguardo verso l'alto ancora una volta per guardare l'edificio, non curante delle piccole goccioline di pioggia che mi bagnano il viso e i capelli. No, i miei capelli! Ci ho messo una vita per cercare di avere un aspetto professionale. Mi sistemo frettolosamente quel che rimane del mio chignon e correndo verso il portone principale entro nell'edificio.
Mi guardo in giro in cerca di qualcuno che possa darmi informazioni, quando vedo la reception proprio alla mia destra. <<buongiorno. Ha bisogno di aiuto?>> mi chiede una giovane segretaria tutta impettita. <<avrei un colloquio di lavoro con la Silver Company>>. Mi squadra dalla testa ai piedi con fare di insufficienza. <<ne è sicura?>>. Perché cavolo mi guarda in questo modo? Insomma, ho solo preso un po' di pioggia e ho persino indossato il vestito più elegante che avevo nell'armadio. Frugo nella borsa alla ricerca dell'email di conferma dell'appuntamento che ho ricevuto settimana scorsa e le porgo il foglio che afferra svogliatamente. <<piano 38. L'ascensore è alla mia destra>>.

Dopo circa un minuto arrivo al piano 38. Esco dall'ascensore e vedo venirmi incontro un ragazzo moro, sulla trentina, vestito in modo elegante. <<sei Mia?>> chiede speranzoso. <<sí>> rispondo un po' stranita guardandomi intorno. <<sei in ritardo di dieci minuti>> dice alzando la voce e facendomi segno di seguirlo. <<mi dispiace, non sono abituata al traffico newyorkese>> cerco di giustificarmi imbarazzata. <<spero per te che il capo non sia di cattivo umore>> risponde voltandomi le spalle. Oh mamma mia! Ho solo dieci maledettissimi minuti di ritardo. Mi guardo in giro e noto che l'arredamento è minimal, forse un po' troppo. I colori predominanti sono il bianco e il nero. C'è una reception con due segretarie che hanno accolto dei clienti, un salottino con poltrone moderne e varie porte di vetro che nascondono uffici. Percorriamo un lungo corridoio e arriviamo davanti a una porta di vetro semi-oscurato. <<buona fortuna>> dice prima di allontanarsi. Prendo qualche respiro profondo e finalmente busso. <<avanti>> sento dire con voce decisa.

Mr. Silver (Incompleta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora