𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐫𝐞𝐧𝐭𝐨𝐭𝐭𝐨

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Isabel's pov
Erano ormai passate ore dalla mezzanotte quando gli ospiti si congedarono. I miei genitori cercarono un modo per parlarmi fino all'ultimo secondo, anche mentre Dobby prendeva i loro cappotti.

Non feci finta di ignorarli, li guardai finché non sparirono lungo il vialetto di casa Malfoy. Li guardai andar via sperando che le mie minacce fossero servite a fargli capire che non li volevo attorno a me.

La loro carrozza andò via insieme a quelle di tutti gli altri ospiti che non avevano esitato a porgermi occhiate indiscrete e che Draco continuava a fulminare con uno sguardo.

"Sai vero che da domani tutto cambierà?"
Mi sussurrò all'orecchio compiendo movimenti circolari sui miei fianchi con le dita.

"Si lo so."
Risposi con un filo di voce.

Il portone della villa si chiuse segno che anche l'ultimo ospite era andato via. E fu solo allora che ritornai a respirare. Solo quando anche i genitori di Draco ritornarono nelle loro stanze e rimanemmo da soli.

Mi girai verso di lui e lo baciai come se non lo avessi visto per anni. Volevo sentirlo ancora più vicino, volevo che unisse i nostri corpi per farmi sentire quanto mi volesse.

Indietreggiai verso la parete fino a toccarla con la schiena e gli portai le mani tra i capelli mentre lui posò le sue sui miei fianchi.

Scese con le labbra sulla mia mascella, poi sul mio collo mentre io alzavo gli occhi al cielo per la sensazione di piacere e calore che invase il mio basso ventre.

Risalì con le labbra fino al mio lobo e lo contornò di baci.
"Voglio farti provare una cosa."
Sussurrò infilando una mano sotto il mio vestito lasciando che capissi subito a cosa si riferisse.

"Quello che vuoi."
Gli risposi con il respiro ansimante.
Ed era vero. In quel momento la mia voglia di lui era così alta che gli avrei lasciato fare di tutto.

Un ghigno perverso si dipinse sul suo viso e mi condusse lentamente al piano di sopra nella sua stanza.
"Mettiti al centro della stanza e girati di spalle. Non voltarti per nessuna ragione, chiaro?"
Disse con un tono così autoritario da essere addirittura eccitante e non potei fare altro che annuire.

Feci come aveva detto e mi misi poco davanti il letto. Sentii i suoi passi dietro di me e poi di nuovo le sue labbra sul mio orecchio.
"Qualsiasi cosa faccia, se può in qualche modo metterti a disagio, dimmelo. Se vuoi che smetta, me ne accorgerò quindi per favore non provare a sopportare qualcosa che non ti piace."

Le sue parole furono dolci e mi fidai ancora di più di lui.
Nessuno ti sta costringendo vedi? Non sono tutti cattivi.
"Va bene" risposi mentre la curiosità prendeva posto in me. 

Non dovevo girarmi a guardarlo ma la tentazione di farlo e vedere cosa stesse architettando era così alta che dovetti lottare contro me stessa per rimanere ferma.

Percorse le mie braccia con l'estremità delle dita provocandomi brividi che corsero per tutto il mio corpo mentre l'eccitazione aumentava.

Sentii qualcosa posarsi sui miei occhi e oscurare la mia vista. Mi aveva bendato gli occhi.
"Tutto bene?" mi chiese e io annuii cercando di orientare me stessa nello spazio attorno a me.

Slacciò le stringhe del mio abito sempre con la stessa delicatezza e lo lasciò cadere ai miei piedi facendo lo stesso con la mia biancheria. Mi girò baciandomi e mi portò sul letto adagiandomi sopra.
"Ora Isabel, faremo un gioco. Ti toccherò con degli oggetti, se riconoscerai cosa userò ti darò un premio, altrimenti continuerò a usarlo finché non sarò soddisfatto."
Spiegó come si parla a un bambino delle addizioni.

scars // draco malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora