Note dell'autrice:
questa storia prende come universo lo stesso di "Amanti" (5° prompt), ovvero i Cavalieri dello Zodiaco, ma i personaggi sono di mia invenzione.
Non è chissà quanto necessario sapere qualcosa dell'opera, potete anche prenderlo come un mero contesto fantasy. Buona lettura in ogni caso.Le dita avevano iniziato a perdere sensibilità, le sentiva gonfie e goffe. Provò a muoverle dentro il secchio di ghiaccio e stilettate di dolore gli pervasero le mani. Guardò con occhi lucidi il suo maestro, che sedeva immobile davanti a lui. "D'accordo, per oggi basta così." Ritirò le mani e se le strinse in grembo, cercando di scaldarle strofinandole tra loro. L'uomo portò via il ghiaccio, prima di risistemarsi davanti a lui. Gli prese con fermezza le mani e le tenne tra le proprie. "Se al tuo cuore arrivassero flussi di sangue freddo e caldo troppo in fretta rischieresti anche la morte." La sua voce monocorde lo mandava ai matti: come se non si stesse parlando della propria vita. Pian piano le dita si scaldarono, mentre comparivano bolle e vesciche. Lo osservò mentre applicava miele e bende sterili, trattenendo i piccoli spasmi. Si era alzato e si stava dirigendo verso la sua stanza. "Aspettate! Ditemi che è uno scherzo. Come mangerò? Come mi cambierò?" "Tranquillo, passeranno presto." "Non avete nemmeno la decenza di guardarmi in faccia mentre lo dite?!" I suoi occhi gelidi lo tramortirono: "Passeranno presto. E meglio che ti abitui: non saranno di certo le ultime."
"Santo cielo, che hai fatto alle mani?" Violenti colpi di tosse gli ruppero la voce. "Ti pare il momento, Antares?" Posò delicatamente le mani fasciate sul suo petto, per poi risalire lentamente, massaggiandogli il collo e la mandibola. La tosse si placò dopo qualche minuto, la gola che bruciava e raschiava in cerca di aria. Premette il viso contro le sue dita mentre riprendeva fiato. "Non posso nemmeno più lasciarti dormire in pace." sbottò improvvisamente, in una risata nervosa. Gli carezzò appena la guancia. "Stupido, ho promesso che ti avrei aiutato tutte le volte che sarebbero servite. Che Cavaliere sarei se non mantenessi le promesse?" Gli posò un bacio sul polso, le labbra calde sulla vena pulsante.
"Come credi di poterti abituare così?" Improvvisamente il Cosmo del suo maestro gli si rovesciò addosso come una cascata gelida. Sentiva il cuore battere all'impazzata, il respiro spezzato e i muscoli che vibravano come impazziti. Serrò una mano contro i denti, per evitare che battessero gli uni contro gli altri. "Questo non è nemmeno lontanamente come il freddo assoluto, il livello che dovrai raggiungere." Lo lasciò senza preavviso nella morsa del caldo estivo. Il proprio Cosmo lo avvolse istintivamente, ricreando quella temperatura folle che l'uomo gli aveva scagliato contro. L'energia si scaldò gradualmente, e così il corpo. Era spossato, ma una nuova secchiata siderale gli fece sfuggire un gemito di dolore. Si ritrovò inginocchiato, rannicchiato su se stesso, la fronte contro il pavimento di marmo, che ora gli sembrava piacevolmente tiepido. Il terrore lo invase quando distinse la temperatura abbassarsi ancora e ancora. Un istante prima camminava sul mare ghiacciato, quello dopo era sprofondato nell'acqua e le lastre si erano sigillate sopra di lui in una trappola letale. I piedi e le mani diventavano rapidamente insensibili. Bevve quell'oceano salato nel tentativo di rimanere a galla: il freddo iniziò ad avvinghiargli le viscere, come un polipo che allungava i tentacoli. La sua coscienza stava venendo trascinata giù, nonostante urlasse e implorasse e piangesse.
Smise di tremare. Ma il gelo era lì, che gli bruciava nelle vene. Il Cosmo ardeva di paura, mentre sentiva che il corpo si sarebbe potuto sgretolare al minimo errore. L'uomo torreggiava su di lui, in placida attesa. "Desiderio!" Antares li fissava, sulla porta del Tempio. Ansimava pesantemente, i capelli rossi scarmigliati. Si avvicinò ma un braccio del Cavaliere gli bloccò il passaggio: "Non puoi fare nulla per aiutarlo." "E lo dici proprio tu che gli hai fatto questo?! Desiderio, Desiderio, mi senti?" Venne spinto indietro poco cerimoniosamente: cadde a terra, le gambe deboli. "Facendo così rischi solo di ucciderlo. Se perde la concentrazione morirà." Lo fissò sgomento: "Che gli hai fatto?" "Deve ricevere lo zero assoluto e riuscire a sopravvivervi. Ma questa battaglia è solo sua: una distrazione, un errore e potrebbe addirittura cessare di esistere." "Come puoi essere così calmo? È il tuo allievo, non hai a cuore la sua vita?" Si voltò verso di lui e lo guardò. Le lacrime si erano ghiacciate sulle ciglia e sulle guance in piccole perle. Si avvicinò e si inginocchiò davanti a lui, le dita a sfiorargli il petto dolorante. "E tu? Sei corso fin qui dall'Ottava Casa, solo per lui." L'uomo lasciava scivolare il Cosmo una goccia alla volta, come un miele fresco che si spandesse sui suoi polmoni. Quel liquore, un sottile rivolo sciolto lungo una montagna di ghiaccio, aveva un sapore dolceamaro che lo stordì. Si ritrovò a singhiozzare: "Anche Desiderio finirà così?" Gli porse un fazzoletto: "Al contrario di me, ha qualcosa che lo scalderà." Si volse verso il suo allievo, ancora immobile: gli occhi chiusi, il corpo irrigidito. "Ascoltami, Antares: ho bisogno di te."

STAI LEGGENDO
Writober 2021
RandomWritober 2021 Ottobre: 31 giorni, 31 prompt per la scrittura Racconti indipendenti tra loro e d'argomento vario. Saranno per lo più, se non totalmente, racconti originali, non fanfiction. I prompt vengono dal sito di fanwriter, li attingerò dalla li...