10. Gridare

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Ormai non parli più con nessuno. Eppure vorresti parlare. Certo, lo faresti con un tono che ti farebbe odiare: sai essere molto pungente quando vuoi, e con non poco sarcasmo. Inoltre non sono cose che ti riguardino. È giusto che tuo padre si voglia rifare una vita. Ha portato il lutto per due anni, e quella donna sembra molto gentile. Ovvio, molto gentile ma poi hai saputo che hanno litigato a causa tua. "Le hai attaccato un bottone incredibile e l'hai messa a disagio", o una cosa simile. O almeno questo ti è stato detto: la paranoia riempie il resto con i pensieri più tragici. E non lascia facilmente la presa: non le hai praticamente più rivolto la parola. Come potresti? Quindi meglio rinchiudersi in camera fino a quando non se ne va. Per i cinque o sei giorni che rimarrà qui chiuditi in camera e non fiatare. Esci solo il minimo indispensabile, per il bagno e per riempire la borraccia. Mangia anche in camera: fanculo possibili formiche, ma almeno non dovrai parlare. Anche perché, dai, lei viene per stare con lui, di te non le importa e lo ha già sottolineato. Giusto, lei ti voleva fuori da quella casa, voleva che tu non ci fossi. Avevano litigato pure per questo, quella volta. Ovviamente tuo padre metterebbe te davanti a tutto il resto, e lei doveva accettarti o andarsene. Evidentemente, visto che è tornata, ha scelto la prima opzione. Oppure ti sta solo sopportando, nel mentre che i lavori per la soffitta siano ultimati e tu possa eclissarti là sopra e non rompere più i coglioni. Non che tu non voglia rifugiarti lontano, anzi. La tua camera diventa proprio quello: un rifugio. Un rifugio di orecchie tese la mattina per sapere quando usciranno di casa e tu potrai sbucare fuori., come un ratto che fugga dal gatto. Un rifugio di cuffie tutto il giorno, fino a tarda notte. Un rifugio che ti fa scappare via, lontano, con libri e film e pensieri decisamente poco esprimibili ad alta voce. In fondo non hai diritto a dare giudizi. Non hai diritto a dire nulla sulla situazione. E poi, suvvia, hanno solo spostato la tavola, e lei non ripone i bicchieri al loro solito posto, che vuoi che sia? Sono sciocchezze, non sembrare una di quelle persone gelose che non sanno affrontare un cambiamento o due. Sei più che maggiorenne, andiamo, non puoi star male per queste cazzate, giusto? La vita cambia, e in questo caso il cambiamento non deve per forza piacerti. Su, asciugati quelle cazzo di lacrime, non fare l'idiota! Che importa se la tua casa ti sembra una prigione? Prima o poi te ne andresti comunque, di sopra o via da questa città, quindi non rompere le palle. Stai in silenzio, urla nella tua testa se proprio vuoi: declina quelle grida nelle tue storie, in liberatorie fantasie di violenza e morte. E ogni volta che servirà menti, menti come se non ci fosse un domani: va tutto bene!





Note dell'autrice
Non so come sia venuto fuori, è praticamente solo uno sfogo uscito di getto.
Appena possibile recupererò anche il giorno 9 e il relativo prompt Mela (e magari più tardi riesco a scrivere e pubblicare l'11°).

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