Erano appena le nove di mattina quando finii di fare le faccende di casa. Non era mio solito passare l'aspirapolvere, fare il bucato e spolverare, ma in assenza dei miei genitori nasceva in me uno strano senso di responsabilità e lavorando riuscivo a sentirmi soddisfatta. Il secondo motivo per cui mi ero alzata così presto era la presenza di Harry in casa: ogni volta che c'erano ospiti per pranzo, per cena o, addirittura, per la notte mi risultava difficile se non impossibile dormire tranquillamente.
Rigirarmi nel letto non aveva fatto altro che alimentare il nervosismo e così avevo deciso di alzarmi e di fare qualcosa di utile che Harry non avrebbe neanche pensato di fare, ne ero convinta. Il fatto che fosse arrivato enormemente in ritardo lo rendeva ai miei occhi non professionale nel suo lavoro e questo motivava la mia voglia di chiamare l'agenzia e farlo sostituire.
Quel giorno faceva più caldo del solito, così, dopo aver sgobbato, avevo deciso di farmi una bella doccia tiepida per sentirmi meglio. Il caldo mi stressava e mi privava di ogni forza, sembrava inghiottire ogni mia energia.
È risaputo che fare la doccia stimola incredibilmente la parte creativa del cervello, e la mia aveva deciso che una bella giornata in piscina sarebbe stata fantastica.Dopo che mi risciacquai da tutta la schiuma uscii dal box doccia, infilai il mio accappatoio e annodai la fascia intorno alla vita per tenerlo stretto, poi raccolsi i miei capelli in un asciugamano. Sgattaiolai in camera, senza fare troppo rumore per evitare di svegliare Niall e chiusi la porta alle mie spalle, presi l'intimo pulito da un cassetto e una maglia a maniche corte abbastanza lunga da coprire il mio sedere e lasciare in bella vista le mie gambe.
Un'ora dopo i due bambini avevano deciso di svegliarsi e alzarsi. Dopo avero fatto colazione assieme a loro avevo sparecchiato la tavola e lavato le varie cose che avevamo usato. A Niall era venuta la voglia di pancake e Harry aveva ben deciso di assecondarlo, tanto sarebbe toccato a me pulire tutto il disastro che avevano combinato.
Nel mentre loro si erano sistemati sul divano a guardare Adventure time. Harry sembrava più preso di Niall nel vedere il cartone animato.
«Andiamo in piscina oggi?» dissi con nonchalance, quando internamente ero sul punto di saltare dalla gioia.
Niall balzò subito dal divano quando pronunciai la parola piscina.
«Siiiiii! Ti prego Harry andiamo!» supplicò il piccoletto tirando per la maglia il riccio.
Harry? Aveva chiesto ad Harry? E io? L'idea era mia non sua. Lui annuì semplicemente.
«Bene, vado a preparare la borsa, tu Niall sali in camera a cambiarti.» dissi con tono autoritario. Senza ribattere salì le scale chiudendosi in cameretta. Harry si alzò dal divano, si avvicinò a me.
«Cos'è quel broncio, principessa?»
«Senti questo odore? È la puzza della tua inutilità» risposi acidamente. Mi fulminò con lo sguardo e io in cambio ammorbidii il cosiddetto broncio in uno smagliante sorriso. A quanto pare ci eravamo appena dichiarati guerra.
Andai in camera mia a prepararmi e a preparare la borsa con gli asciugamani, creme e altre cose. Non feci in tempo a legarmi i filo del pezzo sopra del costume, che i lamenti di Harry si sentirono fino al secondo piano.
«Arabella, se non scendi subito vengo a prenderti io» lo sentii urlare impaziente.
Facile per lui lamentarsi del mio ritardo, tanto lui doveva solo mettersi dei pantaloncini come costume, niente che non facesse già solitamente. E inoltre la borsa ero stata io a prepararla. Scesi al piano inferiore e vidi Niall e Harry sull'uscio della porta pronti ad andare, quest'ultimo aveva rimesso la bandana con cui si era presentato a casa due giorni prima. Gli stava bene, era inevitabile non pensarlo. Entrammo nella sua macchina, accese la radio e le note di world wild choppers rimbombarono nella vettura.
Una decina di minuti dopo arrivammo a destinazione, era lunedì e c'era meno gente rispetto al weekend, un sollievo, a mio parere. Amavo andare in piscina, ma la calca di gente ad occupare il posto e i bambini che pisciavano dentro non mi attraevano. Harry ci offrì i biglietti per entrare e io insistetti per comprare da mangiare e da bere con i miei soldi. Sul lato destro della piscina c'era un bar i cui tavolini rimanevano all'ombra dagli ombrellini di paglia. Presi dei gelati e da bere, un buon inizio, anche se c'era da puntualizzare il fatto che io e mio fratello eravamo delle discariche e sempre affamati.Quando tornai ai nostri lettini, un bagnino era impegnato ad aprire l'ombrellone mentre Niall si metteva velocemente la cuffia in testa. Cercai di non soffermarmi sulla schiena olivastra del bagnino, i cui muscoli erano tesi, ma sembrò impossibile non guardarlo ipnotizzata. Quando ebbe finito, si girò per andarsene e mi fece un sorriso.
«Buon divertimento» disse e andò via prima ancora che potessimo ringraziarlo.
Il buongiorno si vede dal mattino, pensai. Non appena mi girai di nuovo verso i lettini, incontrai lo sguardo rivolto al cielo di Harry. In tutta risposga scrollai le spalle e misi i gelati all'ombra. Niall era già scappato, non permettendomi di dargli il suo gelato. Ciò significava che mi sarei sacrificata io per il bene della razza umana e l'avrei mangiato al posto suo.
«Lo stavi mangiando con gli occhi» commentò il riccio, sistemandosi gli occhiali da sole sul ponte del naso.
«Può darsi.»
Presi la crema solare e mi sedetti sul lettino affiancato a quello di Harry. Avevo una pelle così chiara e sensibile, che alla bellezza di diciassette anni, ancora usavo la protezione solare per bambini. Iniziai a spalmarmela, ma ovviamente era difficile raggiungere la schiena e le spalle, e immaginai che vista dagli occhi di una persona, probabilmente sembravo una squallida contorsionista o un polipo vertebrato.
Harry mi strappò il flacone della crema e si mise dietro di me sbuffando. «Lascia fare a me.»
Le sue mani impregnate iniziarono a spalmare la crema lungo le spalle, dove passo più volte prima di seguire la colonna vertebrale fino alle fossette di venere. Dopo aver finito mi diede una pacca sulla spalla e ritornò al suo posto.«Non hai speranze con quello» parlò dopo qualche minuti di silenzio. Lo guardia dall'alto con un ghigno, «la convinzione fotte e a te lo sta facendo senza preservativo.»
Lo lascia da solo e raggiunsi il bordo della piscina, addrizzai la cuffia e mi tuffai in acqua, sicura di aver dato uno slancio perfetto alla vista di Harry. Anni di corsi di nuoto si rivelarono molto utili per il mio personale compiacimento.
Nuotai fino a raggiungere Niall che con sbatteva i piedi con forza nell'acqua, creando forti spruzzi.
«Hey, furia, fermati un attimo.»
Si fermò per poi guardarmi e arrampicarsi come una scimmia sulle mie spalle senza che gli dicessi niente. «Bomba!» gridò, prima di buttarsi di nuovo in acqua usando le mie spalle come trampolino.
Quando ritornò a galla, lo guardai alzando un sopracciglio. «Io volevo solo dirti di tornare al nostro ombrellone e metterti la crema solare, prima che diventi una patata arrostita.»
«Ma le patate sono buone» commentò Niall, per poi salire la scala.
«Oh, non immagini quanto» una terza voce si aggiunse alla discussione. Harry stava fermo in piedi sul bordo della piscina, sorridente e probabilmente molto fiero della battuta a doppio senso che aveva fatto.
...
«Stai fottutamente scherzando?» sbottò Harry, gesticolando.
«Abbassa la voce o sveglierai Niall.» dissi, appoggiando la testa sul finestrino.
Guardai mio fratello con il suo tenero broncio dormire sui sedili dei posti dietro, si era addormentato non appena era entrato in macchina.
Uno sbuffo di Harry mi fece tornare a guardarlo. «Come sei drammatico.» Tutto questo scandalo perché avevo accettato il numero del bagnino? Come potevo rinunciare al suo numero.
«I tuoi genitori mi hanno incaricato di prendermi cura di voi in loro assenza, e non di lasciare la lora figlia avventurarsi con sconosciuti.»
«Sai cosa, Harry? Spero che il cloro della piscina ti sia arrivato ai neuroni e che ti ricordi che in quanto babysitter hai delle responsabilità che non si limitano a guardare un cartone animato svaccato sul divano.»
La discussione si concluse e io spostai lo sguardo sulla strada, ritrovandomi a sperare che quelle settimane volassero.

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Babysitter ➵ h.s.
Fanfiction«Vedi, Harry, io non sono proprietà di nessuno, men che meno tua. Ho una vita e non la butterò nel cesso solo per soddisfarti. Cosa che del resto puoi fare benissimo da solo, con una mano, nel bagno più vicino.» © cercandounnickname, 2015/2017