𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐫𝐞𝐧𝐭𝐚𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞

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Isabel's pov
"Isabel Nott."
Pronunciai quelle parole con decisione, impuntando i miei occhi in quelli di Eileen e Ralston.

La mia maschera di freddezza aveva preso il sopravvento. Dalla folla si udì un verso di sorpresa, mi avevano data tutti per morta o dispersa. Narcissa mi aveva fatto vedere l'articolo di dodici anni prima riguardo la mia scomparsa.

I miei genitori mi avevano fatta letteralmente sparire. Avevano corrotto il ministero, immaginai.

"Ma non era morta?"
Chiese un uomo ricevendo un cenno di assenso dalla folla.

"Siete qui per festeggiare la notte di capodanno, non per ficcare il naso in cose che non vi riguardano."
Intervenne Draco e lo guardai in segno di ringraziamento.

Come se fosse stato Lord Voldemort in persona a parlare, tutti ritornarono a fare quello che stavamo facendo prima e il vociare ritornò.

In fondo alla sala intravidi una chioma biondina che mi fissava.

Daphne.

Merda.

Aveva una faccia mista tra rabbia e incredulità. Era completamente sbiancata e sembrava stesse per svenire.

Cercando di non inciampare, mi avvicinai a lei e senza dire una parola, l'abbracciai.
"Oh Daph, mi dispiace così tanto."
Mormorai mordendomi il labbro per fermare il flusso di lacrime già pronto.

"S-sei una Nott?"
Chiese con un filo di voce.

"Si."
Dissi colpevole e lei si staccò da me.

"Quando l'hai scoperto?"

"Pochi giorni fa. So che avevo promesso di scriverti se fosse successo qualcosa ma non ho avuto il tempo per scrivere a nessuno. All'inizio, troppo sconvolta per crederci, sono rimasta chiusa in camera a fissare il muro, poi ho deciso di parlarci. Mi hanno semplicemente abbandonata."

"E i tuoi genitori babbani?"

Mai esistiti, solo una stupida e inutile farsa.

"Una copertura."
Dissi solo e lasciai che lei capisse ciò che avesse voluto capire.

Daphne aveva realizzato la situazione, non era una stupida ma apprezzai il fatto che non mi fece domande.
Non ero pronta a parlare di tutta la mia storia in quel momento.

"Mi dispiace."
Disse solo e ritornò tra le mie braccia.

Non si arrabbiava quando le nascondevo qualcosa perché mi capiva. Ed era per quello che nessuno mai avrebbe potuto comprendere il nostro rapporto.

Io non avevo bisogno di raccontarle cosa fosse successo per lasciare che lei mi confortasse.
Apparentemente eravamo solo due compagnie di classe, la gente ancora doveva capire come facessimo ad essere amiche. Ma lei aveva rinunciato a tutto per me e io non sapevo come sdebitarmi.

"Devo dirti un'altra cosa."
Sussurrai.

"Mmmh?"
Mi incitò a proseguire.

"Io e Draco stiamo insieme."
Miami con le virgolette le ultime due parole.

Non avevamo mai parlato di cosa fossimo e non era quello il momento di farlo. Era più che chiaro che io stessi con lui e che lui stesse con me ma non potevamo certo definirci fidanzati.
Quanto saremmo durati? Due settimane?
Si sarebbe stancato di me, di tutte le mie paura, le mie insicurezze, i miei incubi.

Avrebbe trovato qualcuno che non fosse stato spaventato anche di camminare. Qualcuno che non lo annoiasse.

"Cosa?"
Urlò facendo in modo che tutti i presenti nel raggio di tre metri si girassero verso di noi.

scars // draco malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora