Usignolo

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Alessandro Cattelan uscì dall'ambulatorio del dentista, sentendosi le gengive un po' indolenzite e un po' anestetizzate, con la sensazione generale di avere dei grossi pezzi di gomma infilati in bocca. Si estrasse dalla tasca un bigliettino rosa ripiegato e lo aprì. Dentro c'era scritta una lista:

- COSA DA FARE ENTRO TRE GIORNI-

□ Comprare il disco dei Maneskin

□ Comprare la cartaigienica, quella con il lupetto coccolo che è morbida

□ Chiedere alla signora Renata di prestarti le chiavi del terrazzo

□ Farsi rimettere il dente che Mika ti ha buttato con un pugno (nota: vai dalla dottoressa Caruso e digli che ti ha mandato Elodie x sconto)

□ Inventare un finale per "Timmy e l'orsetto bordeaux" (nota: l'orsetto non deve morire, sennò l'editore non ti pubblica)

□ Trovare Mika (e convincerlo).

L'uomo mise una spunta davanti a "farsi rimettere il dente che Mika ti ha buttato con un pugno", poi chiuse di nuovo il biglietto e se lo infilò in tasca. Sospirò: anche con lo sconto, la dottoressa Caruso era cara e quasi quasi sarebbe stato meglio evitare di rimettersi il dente. I soldi ormai scarseggiavano: quelli guadagnati dal suo ultimo libro per bambini, "Mimma e la rana gialla", erano a malapena bastati a chiudere il mutuo per il minuscolo appartamento in cui Alessandro abitava; quanto invece al denaro degli incontri clandestini, lui lo aveva investito tutto su un talent show con quattro giudici che cercavano cantanti strepitosi, ma il format era fallito miseramente dopo la prima stagione ed era stato sostituito da un reality in cui le donne dovevano scambiare i loro mariti con dei veri maiali per un mese.

Cattelan aveva ammesso, sconfitto, che l'idea dei maiali era proprio divertente e si diede dell'idiota per non averci pensato lui. Stava ripensando a quella puntata dove in un monolocale al centro di Perugia andava ad abitare un porco di duecentosedici chili, quando vide una familiare testa riccia spuntare oltre la gente che passeggiava. Cattelan si riscosse subito e trottò in direzione di quella testa, determinato, pregando che fosse davvero Mika. Lo era.

«Ehi! Ehi! Mika, Mika, fermati!».

Il pugile si bloccò e girò la testa in direzione della voce che lo chiamava. Indossava un paio di occhiali da sole arcobaleno con la montatura di plastica gialla, terribilmente vistosi.

«Mika!» Esclamò Alessandro Cattelan, afferrandogli un braccio «Ti ricordi di me?»

«Sei lo sporcaccione» rispose Mika, senza esitare e senza neppure sottrarsi alla presa

«Co-come sarebbe a dire lo sporcaccione, scusa?»

«Sei quello a cui piace essere picchiato...»
«No, no, hai capito male!»
«... Che voleva pagarmi per fare quelle cose lì con me. Mamma mi ha detto di non farlo»
«No! No, ascolta Mika, c'è stato un malinteso, un malinteso enorme! Io mi chiamo Alessandro Cattelan e non sono un pervertito, io organizzo incontri di pugilato». Omise bellamente di dire che erano incontri illegali.

Mika ci pensò su per un attimo, spostando molto lentamente il peso da un piede all'altro. Poi incrociò le braccia.

«Io non faccio più gli incontri» Disse infine.

Alessandro si sentì il cuore sprofondare nel petto. «Co-come? Non fai più incontri?» Domandò, allibito

«Già. Ho smesso»
«Ma perché? Non ha senso, sei famoso, è quello che sai fare meglio! Sei un campione, Mika, e io posso farti arrivare ancora più in alto»
«Mamma non vuole che io faccia a botte, dice che è una cosa da criminali. Ora faccio il cantante».

Iris LetalisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora