Parte (47)

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-Ci sono state volte in cui ho pensato di odiarti.
Volte in cui, il pensiero di te con un’altra non mi faceva dormire e allora uscivo fuori al balcone per vedere l’alba.
E poi ci sono state le volte in cui non mi parlavi, non mi guardavi, facevi finta che non esistessi, che un ‘noi’ non fosse mai esistito.
In quei momenti ho pensato di odiarti, e anche tanto.
Ci sono state volte in cui ho pensato che la mia vita sarebbe stata migliore, se non ti avessi mai incontrato.
Volte in cui, volevo trattenermi dal piangere dalla disperazione che mi causavi, ma alla fine, esplodevo e le lacrime mi rigavano il volto, ininterrottamente.
Che è a causa tua, se i miei muri di piombo son diventati di cartapesta.
Infine, ci sono state volte in cui ho pensato di amarti.
Volte in cui, il solo tenerti per mano, guardarti negli occhi o udire il dolce suono della tua risata, hanno trasformato i miei pensieri in rassegnazione innanzi ad una realtà più che evidente, in parole, in “ti amo” sussurrati.”

-“Forse un giorno scoprirò che anche io ti facevo del male, con tutto quel mio amore, con tutta quella voglia di perdere la testa, con tutta quella dolcezza, con tutto quel voler sentire la vita continuamente.
Forse tu volevi solo startene tranquillo, e con me non potevi.”

- È che stiamo tutti morendo dalla voglia di essere veramente felici, felici da far schifo.

-Lui era un bravo ragazzo, e io, io l’ho amato tanto. Soprattutto quando fingeva di essere un duro e poi mi prendeva la mano e senza accorgersene non la lasciava più.

-“Ricordati di te.
Non dico sempre. Non dico spesso. Ricordati che prima di essere innamorata, sei stata tante altre cose, tutte altrettanto meravigliose.”

-“Sai quando scopri di essere al limite? Quando un giorno, per una stupidità, inizi a piangere.”

-Ma davvero c’è bisogno di piangere per far capire alle persone che si sta male?

-“Aveva quella voglia di lasciar perdere tutto, voglia di non andare avanti, voglia di piangere. La sensazione di non valere niente la tormentava, la faceva sentire inutile, incapace di fare qualcosa. Si sentiva giù di morale ogni giorno ma continuava a sorridere, anche quando voleva piangere. Piangeva anche se non era successo niente realmente e, quando succedeva qualcosa, si sentiva come se fosse arrivata la fine. Lei si sentiva morire, ma nessuno la capiva.”

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