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TWENTY SIXTH EPISODE
con uno zaino in spalla da campeggio, mi incammino verso il porto alle sei e mezzo del mattino per una barca per charleston per le otto.

non so se sto facendo qualcosa di buono. forse a nassau non ci sarà nulla. forse sarà solo tempo sprecato, e io sarò delusa.

voglio spiegazioni. perché mi ha lasciata? con quella merda? io non posso perdonarla finché non mi darà una spiegazione, ma fino ad allora potrò solo fantasticare.

fantasticare, è quel che ho fatto fino a un paio di mesi fa, quando mia madre era una morta negli inferi, che poi è resuscitata riportandomi ad uno spiraglio di speranza. forse dovrei chiuderlo, ma per ora preferisco rimanere un po' con la testa fra le nuvole, perché qualcosa può sempre schiantarsi contro di te riportandoti sulla terra.




"il signor pope ci ha prenotato un passaggio in economy class" ridacchio, osservando i miei amici fumarsi una sigaretta, davanti alla barca merci.

"ho conoscenze" fa l'occhiolino. il cielo è così bello, mozzafiato. ho sempre visto il tramonto, ma mai l'alba, ed è letteralmente fantastica.

"il tuo amichetto?" chiede john b, riferendosi a rafe. mi guardo in giro, fino a che dietro di me appare lui, con uno zaino da scampagnata in spalla.

"sono qui, buongiorno a tutti", vedo jj roteare gli occhi, per poi cambiare rotta, e salire nella nave merci con kiara, scomparendo.
ma hey, che ci fa qui sarah cameron?

"parto con voi" vedo letteralmente gli occhi di john b illuminarsi. ecco cosa intendo quando dico che rafe non sarà mai quello a cui potrò dire tutto. già lo sa la sorella, figuriamoci il resto.

ora dovrò anche litigare con sarah, che mi guarda arrabbiata per non averle detto nulla.


lo spostamento outer banks - charleston è stato tutto pur che confortevole. siamo stati in una stanza dove le temperature non scendevano sotto i trentacinque gradi, e tutti indossiamo delle felpe, perché qui, la mattina è fresco fuori. non sai mai come vestirti.

"è ora di mettere in pratica le mie capacità di rapinatore di auto" jj si sfrega le mani, guardando l'insegna luminosa del parcheggio, proprio di fronte all'attracco del molo.

"non fare casino, sicuro non ci sia nessuno?" mi guardo intorno. a quanto pare mi sembra del tutto abbandonato, nonostante sia in prossimità delle barche.

"aspettatemi qui, non c'è mi bisogno che entriamo tutti. ci sono poche probabilità che la task finisca con successo" spiega il biondino, "da quando sei un matematico?" domanda la sua migliore amica, kie.

"ho preso lezioni da pope" esclama, infilandosi dentro, e correndo tra le file di auto con passo svelto.

"io non gliene ho mai data nemmeno una" sbotta pope.






"eccoci qui, un twinkie ma un po' più vecchio" sghignazza jj dal finestrino del guidatore. non ci credo, ne ha trovato uno, molto più messo male, e di colore rosa. wow, piacerà a sarah.

"il mio non è uguale a sto schifo" sbotta john b, affiancandolo nel posto passeggero anteriore. io, kie, sarah, rafe, e pope siamo costretti a sederci dietro, nel pieno del furgoncino.

"destinazione jacksonville" esclama kie, alzando le braccia. "non esserne così felice, sono ancora le otto e mezzo, sono stanco, e non riuscirò a guidare a lungo" dice jj.

"ah, questo furgone non ha la guida automatica?" chiede rafe, curioso. beh, la sua bmw è dotata di tutto, non avrà mai visto un rottame.

"non tutti sono ricconi come te" risponde indispettita kie.









sιmιᥣᥲr // jj maybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora