24.

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TWENTY FOURTH EPISODE
uscire la mattina è la cosa più bella che potessi fare. soprattutto quando in casa c'è gente che non sopporti, e c'è una bella arietta fresca che ti fa cambiare umore.

ho il turno di mattina al the wreck, e devo muovermi se non voglio ritardare al ristorante. sto andando a piedi, potrei farmi accompagnare dall'autista, ma non ci ho pensato letteralmente.
sono uscita di fretta e furia.



"non c'è nessuno?" domando confusa a kiara, che è dietro il bancone, smanettando sul suo cellulare.
"a quanto pare stanno cercando tutti il vestito perfetto per il gala. e poi meglio così, non ho proprio voglia di lavorare" sospira, ancora concentrata sullo schermo.

"e che si fa?" chiedo. tiro fuori dal uno dei cassetti il mio grembiule.
"papà! possiamo andarcene per favore?" sbotta kiara, affacciandosi sulla cucina, dove l'uomo sulla quarantina sta buttando delle pannocchie in pentola.

"ve lo scalo dal vostro stipendio" risponde, not prob.
sto lavorando come una pazza qui, quindi di certo, avrò una retribuzione buona, o almeno spero.

"ciao" urla mia cugina, salutando, e tirandomi a se con forza, trasportandomi fuori dal locale.


"sono stufa di dover lavorare lì, lavoro dalla mattina alla sera" sbuffa la ragazza, camminando lungo il mordo del molo. "io lo faccio solo perché voglio stare alla larga dagli hawkins" ridacchio, guardandomi intorno.

già dalle ore tarde della mattina, tutti i negozianti sono in attività. sopratutto ora, visto che c'è una cerimonia importante in vista, e bisogna far rifornimento di bevande e di stuzzichini.

passiamo davanti al negozio degli hayward, e salutiamo pope, che è alle prese con la frutta e la loro esposizione.

"non ho proprio voglia di una festa" dice lei, con tono annoiato. neanche io, ma ci vuole una serata diversa dal solito, nonostante non sia un granché come idea. o meglio, mi piacciono le feste, ma non quelle kook.

"almeno c'è lo champagne" esordisco, "e il vino" continua kie, con occhi sognanti.

"buongiorno tizio delle barche" mia cugina fa cenno di saluto a jj, che è su una barca, proprio per rifornire le bombole di gas. ancora non capisco come non si sia licenziato.

"ci vediamo stasera" conclude, entrando nel mezzo di trasporto acquatico. "se non fosse il mio migliore amico ci proverei tantissimo" kie mi fa ridacchiare.

"addirittura?" esclamo io, "dai, è carino. biondo, occhi azzurri, surfista" sghignazza la tipa al mio fianco.

"come vanno le cose?" decide di utilizzare un tono serio per questa domanda. "ha detto che ero solo divertimento, ma è così imbecille da non capire che so benissimo che quell'affermazione serviva solo per non mostrarsi debole davanti a voi. ma nel frattempo, mi ha davvero ferito" confessarmi con kie è la miglior cosa che io possa fare in questo momento.

"jj è così. ritieniti fortunata. non si è mai fatto vedere durante un pianto, mentre con te, si è lasciato andare"

"fatto sta che è meglio se teniamo le distanze, sto con rafe" per fortuna, con lui va alla grande, perché dovrei rovinare tutto per maybank.

"non posso dirti di star facendo bene. perché, infondo, io ti vedo dal primo giorno con jj" scoppia a ridere, vedendo la mia faccia abbastanza sconvolta dalla affermazione.

io e jj? è letteralmente la cosa più improbabile, sulla faccia di questo pianeta.







come per ogni festa, avviene la riunione tra me, sarah, e kiara, per prepararci tutte e tre. stavolta, la penultima, si è proposta di andare all'atelier a charleston per comprare qualcosa, e poi farcela usare il prestito.

sιmιᥣᥲr // jj maybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora