14.

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FOURTEENTH EPISODE
"hey" saluto da lontano i ragazzi, che mi stanno aspettando sulla barchetta pogue.
guardo kiara, ignara di tutto, scoppierà a ridere quando le parlerò della vostra cuginanza.

"udite udite, dovrò fare l'ultimo colloquio per la borsa di studio" annuncia pope, aprendo una lattina di birra come se fosse uno champagne, non appena metto piede nel mezzo.

"congratulazioni" sorrido, credo che sia una persona molto in gamba. di sicuro, farà grandi cose, uscendo, in un futuro, dagli outer banks

"allora? avete trovato qualcosa a charleston?" domanda john b, sorseggiando la bevanda giallina, che pope ha passato a tutti noi.

beh, faremo prima a dire cosa non abbiamo trovato.
"ho scoperto che mia madre è viva" al mio annuncio, un silenzio cade sovrano tra di noi, fino a che tutti iniziano ad esultare, venendomi ad abbracciare.

"e dov'è?" chiede entusiasta kiara, che da qui potrei iniziare a chiamare cugina. "non lo so, mi ha lasciato un biglietto. non mi ha detto nulla di preciso perché non voleva che lo venisse a sapere mio padre. a quanto pare se ne è andata perché, non solo io, ma anche lei veniva picchiata"

forse è stato un gesto egoistico rimanermi a casa con lui. infatti, non appena la incontrerò, le chiederò spiegazioni. di certo ce ne saranno, se mi sta creando un percorso per raggiungerla e incontrarci di nuovo.
devo capire perché mi ha lasciato con un uomo violento, e perché non mi ha portato con se.

"abbiamo scoperto anche un'altra cosa" annuncia jj, facendomi segno al libro che ho tra le mani.
arrivo alla pagina in questione.

poggio sulle gambe della ragazza l'album. all'inizio sembra un po' titubante, anzi, sembra non crederci.

"sei seria?" chiede, incrociando le braccia. annuisco, pope e john b mi sembrano parecchio confusi.
"che succede?" sbotta john b, lasciando lo scafo della barca.

"siamo letteralmente cugine" mi guarda, prima di stringermi a lei. sono così contenta di star ritrovando man mano pezzi della mia vita, che fino ad ora erano sconosciuti.

"in effetti mia madre aveva una sorella, ma non me ne ha mai parlato. so solo che avevano rotto i rapporti alla mia nascita" spiega la riccia.

"si erano allontanate perché i nostri nonni non accettavano che mia madre stesse con mio padre"

"porca troia, mi sembra di essere in un film" esclama jj, stendendosi sulla superficie della barca, e facendo tre o quattro sorsi dalla sua fiaschetta di acciaio.

"e ora che si fa?" domanda pope. "mia madre mi ha dato delle informazioni. ora però voglio solo rilassarmi" mi metto al bordo, con le gambe a penzoloni.

"stasera c'è una festa per una raccolta fondi per risistemare gli outer banks dopo la tempesta. mio padre darà un banchetto" inizia kiara, "dimmi che non devo lavorare stasera" sospiro.

"mamma mia, hai lo stesso spirito di jj" beh, effettivamente. "indovinate chi si è fatto licenziare almeno tre volte in tutta la sua vita?" domanda fiero. "tu" rispondo, e lui fa un sorrisetto compiaciuto. carino.

"comunque no, ho serata libera anch'io finalmente" la riccia su mette gli auricolari del mp3 nelle orecchie, credo sia arrivato il suo momento di ascoltare marley.





la giornata passa il fretta. siamo qui dalle quindici, e a svegliarci è pope, che si è puntato la sveglia alle diciotto, facendo sii che noi ragazze potessimo prepararci per la festa.

letteralmente, abbiamo passato tutto il tempo a dormire, senza fare altro. per fortuna abbiamo attraccato la barca al molo, sennò a quest'ora john b sarebbe finito in mare per averci fatto risvegliare in mezzo ad esso.

sιmιᥣᥲr // jj maybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora