11.

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ELEVENTH EPISODE
ancora seduta su questo letto, con questo piccolo bauletto davanti, sto pensando se aprirlo oppure no.
ce l'ho in camera da due giorni, con la paura che un mistero possa aprirsi davanti ai miei occhi.

la mia vita potrà essere sconvolta, insomma, questa scatola è per me. sennò a chi sarebbe dovuta arrivare? ma la domanda è: chi ce l'ha messa sotto l'albero dello chateau? perché c'era una lettera nell'album di famiglia?

prendo respiro profondo. okay, è il momento.
mi alzo dal materasso, e cerco nell'armadio una gruccia che non sia occupata da qualche vestito.

credo funzionerà. provo a forzare l'apertura, e ci riesco! un altro respiro. non guastano mai.

perfetto, e questa roba cos'è?" infondo alla scatola una busta. pesa abbastanza. non c'è altro.
solo un pezzo di scotch che chiude la lettera.

una chiave. ma a cosa serve questa chiave? infondo nulla, solamente un piccolo bigliettino.
'chiave della porta segreta' che vuol dire? qual è questa porta? non ne conosco alcuna io.





"hey. come va?" sorride kiara, accogliendomi nel ristorante. "un po' confusa" rispondo esaustiva, indossando il grembiule del the wreck.

"quattro soda, quattro panini con l'hamburger" dalla porta, il gruppetto di jj, john b, e pope. il secondo, si avvicina alla cassa, tirando fuori dai portafogli venti dollari. "sono ventiquattro dollari john b" esclama la riccia, scrivendo lo scontrino.

"hey, non si fa più lo sconto famiglia?" domanda jj, con tono imbronciato. sembra stia meglio per la ferita. "come va il taglio?" chiedo, iniziando ad apparecchiare i vari tavoli in sala.

"ti importa?" risponde tranquillo, "se non ci fossi stata io, a quest'ora sanguineresti ancora" gli sorrido in faccia, prima di superarlo e raggiungere di nuovo il bancone. "brianna ha ragione. sei così stupido, che per coprire la ferita hai usato uno straccio della cucina già sporco. non usi i neuroni?" sbotta l'amico che è al suo fianco, pope.



la giornata lavorativa è davvero stancante, non solo john b, jj, e pope, sono nel locale, ma anche tante, tante persone. kiara aveva ragione quando disse che il the wreck fosse una macchina mangiasoldi.

come è possibile che queste persone non abbiano cibo a casa? si scocciano di cucinare? no, perché sennò non si spiega.

continuano a chiamarmi per sostituire forchette, coltelli, per portare i piatti nei giusti tavoli. sono esagerata se dico che mi fanno male le gambe? si? lo dico lo stesso.

"il mio turno a che ora finisce?" sbotto, tornando nella cucina per prendere un altro paio di ordini.
almeno sto allenando i miei bicipiti. "in realtà è finito, ma stai continuando ad andare davanti e indietro" spiega il signore carrera, che è concentrato a non tagliarsi un dito mentre utilizza il coltello per tagliare le zucchine.

"bene, allora adios" sorrido felice, posando i piatti che avevo tra le mani, e che avrei dovuto portare ai tavolo. oh finalmente.

tolgo questo grembiule che inizia a farmi sudare, anche kiara ha terminato il turno. la vedo infatti negli spogliatoi del personale, cambiarsi d'abito.

"i ragazzi mi hanno inviato un messaggio. ci vediamo tutti al molo" annuncia, mettendosi lo zaino in spalla.



la strada dal the wreck al molo è brevissima, infatti il locale si trova proprio lì. venti, venticinque passi, e ci ritroviamo davanti alla barchetta dei pogues.

saltiamo sul mezzo, e quasi io e la mia amica non cadiamo, poiché john b, a quanto pare, non ha voglia di aspettare, e parte immediatamente.

"un po' più calma" sbotto io, cadendo tra le braccia di pope, che cerca di acchiapparmi nella caduta.

"guardate qui" la vocina felice di jj invade le nostre orecchie. spinelli, ottimo. "passamene una" diciamo in contemporanea io e kiara, senza neanche accorgercene, provocando così una risata tra i ragazzi.

con l'accendino che mi vien passato da john b, me la accendo, tirando e cacciando fumo dalle narici.
mi sento così leggera quando mi faccio queste sigarette simpatiche.

"allora? nel baule c'era qualcosa? non mi dire che ho fatto un fosso allo chateau per nulla" john b, effettua una manovra, per portare la barca a largo.

"una chiave di una porta segreta. non so di che si tratti" faccio spallucce, buttando un po' di cenere posaceneri. "non hai davvero la minima idea? magari è qualcosa di cui già ne sei a conoscenza" dichiara kiara.

"pensaci, non conosci nessuna stanza a cui non riuscissi ad accedere. forse a casa degli hawkins, all'istituto" jj fa un altro tiro.

aspetta. io ricordo che nella mia casa a charleston ci fosse una cosa del genere. c'era una stanza sempre chiusa, mia madre diceva di non entrare. non ho mai saputo il perché, in realtà.

"ce l'ho. a charleston. non ho le chiavi di casa mia però" continuo a pensare. mi vengono i brividi se penso di dover rientrare in quella casa, dove ho subito violenze, abusi, di tutto e di più.

"si scassina la porta. non ci vuole molto" esclama jj, togliendosi la maglietta. "non puoi fare il bagno" già ho capito che vuole buttarsi, ma urlerà a morte per l'acqua salata sulla ferita aperta.

"che palle. c'è qualche controindicazione, per caso?" domanda con tono scorbutico. "no, però se vuoi un infezione, fai pure" incrocio le braccia.

"è possibile che tu non sappia queste cose base?" ridacchia kiara, quasi con le mani tra i capelli.
"non ho fatto un corso di pronto soccorso, kiara" incrocia le braccia, rimettendosi al suo posto.

"comunque non credo tu possa andare a charleston" john b, indica le nuvole del cielo. cavolo è vero, sono così grigie, ci sarà un forte temporale di sicuro.

"devi prendere una barca, e comunque è in arrivo l'uragano agatha. non so se tu voglia morire oppure no" spiega pope, mostrandomi il suo cellulare.

ci son scritti tutti i dettagli, dalla sua velocità, a cosa va incontro. "infatti il the wreck chiuderà, per una settimana all'incirca. sarà un caos con questo uragano" interviene la riccia. beh una settimana libera da lavoro.

"anche il negozio di mio padre" parla ancora pope.
"quando arriva l'uragano?" domando, "tra domani e dopodomani, è meglio rimanere a casa"

cavolo. mi state dicendo che, non solo dovrò entrare in quella casa in cui tutto è cominciato, ma anche che dovrò aspettare, perché non si sa la data precisa di questo fottutissimo uragano agatha?

"e notiziona, tra tre giorni arriva mio zio, che dovrebbe essere il mio tutore legale" esclama john b.
"io tra tre giorni ho un colloquio con quelli del college", "e io devo aiutare mio padre per l' inventario del negozio"

"mi state dicendo che dovrà accompagnarmi jj, quello che fa disastri sempre e comunque?" sbotto, "hey, guarda che sono qui"



e si torna a charleston bbs

sιmιᥣᥲr // jj maybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora