10.

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TENTH EPISODE
"buongiorno, ho portato la colazione!" esclamo, posando la bici a terra, proprio davanti allo chateau di john b, penso siano rimasti tutti a dormire qui, ma non ne sono sicura.

e indovinate cosa, io sono tornata a casa, perché i miei hanno iniziato ad insospettirsi. a chiedere. a fare supposizioni. beh, ho semplicemente detto di essere stata con sarah. mi coprirà, se le chiederanno qualcosa.

i ragazzi sono tutti all'esterno, seduti sul giardino.
appoggio il cesto da picnic che ho portato con me, e lascio lo zaino nella struttura.

"dove le hai prese tutte queste cose?" dice entusiasta kiara, agguantando un muffin alle carote. "che schifo" sbotta john b, che invece decide di optare per una brioche, insieme a pope.

"stamattina hanno fatto un buffet in casa mia, hanno lasciato un casino di cose, e le ho portate a voi" spiego. "sei la migliore" esclama pope.

jj? mi guardo intorno. non c'è. proviamo a vedere dietro casa. non ci credo.

ha letteralmente allestito un poligono per sparare.
speravo l'avesse seppellita quella pistola, e invece continua ad usarla come se fosse un giocattolo.

su dei tronchi di legno tagliati, ha posizionato delle lattine vuote di birra, che quindi diventano bersagli, mentre lui, indossa delle cuffie.

ha degli occhiali da sole, forse per non essere distratto dai raggi del sole. un colpo, squarcia le mie orecchie, come una delle quattro lattine la quale cade a terra.

"ho portato la colazione" dico all'unisono, infatti non mi ascolta. carica un nuovo colpo.
mi avvicino sbuffando, tirandogli giù le cuffie.

"ho portato la colazione" sussurro, scandendo bene ogni singola parola. "uh che tono sexy. usalo più spesso" sorride, dipingendo sul suo volto un sorriso malizioso. ritorna sulla terra, quando gli ho uno scappellotto dietro la testa.



"come riusciamo a capire quale sia il lotto cinque. non abbiamo trovato una cartina dove vengano elencati i lotti, e mostrati nella loro posizione" sospiro, spero solo che questa ricerca mi porterà a qualcosa di sensato. al momento però mi concentro sul mio caffè macchiato.

"dovremmo conoscere praticamente ogni singola abitazione, e vedere la loro piantina" pope tira fuori dalla tasca il pezzo di carta, un po' stropicciato.

"è una cosa troppo lunga. e poi non credo che tutti quello dello sprofondo vogliano dei ragazzini che controllino le loro abitazioni" suppone kiara.
ha ragione. semmai un giorno dovessi trovarmi cinque ragazzini scalmanati alla porta, ci penserei due volte prima di aprire.

"è piccola questa casa" sottolinea jj. "wow, che dettaglio importante" ironizzo. "stupida guarda qui" il biondo prende tra le mani il foglio di carta tra le mani e lo volta verso lo chateau di john b.

"jj ha ragione, qui c'è il bagno, qui la cucina. questa è la piantina di casa routledge" esclama felice pope.
"a volte sei intelligente" ridacchio, dando una pacca sulla spalla al ragazzo.

"ahia" un urlo viene tirato dalle labbra di jj. cosa ho fatto? si accascia addirittura a terra, quasi dal dolore.
"ma che hai fatto?" domando confusa, spostandogli un po' il collo della sua t shirt per vedere cosa ci fosse sulla sua spalla sinistra.

un'enorme ferita ancora aperta, sprizza sangue.
è un taglio, un grande taglio, che ha provato a coprire con un po' di garza. una cosa che non puoi provocarti da solo con la carta, insomma.

"john b, hai un kit di pronto soccorso?" domando.
"certo, in bagno" lo guardo stranita. in bagno?
"non fare domande, pope e kiara, fatelo sedere in cucina"


provo a tamponare al meglio, e a disinfettare.
"cazzo, brucia da morire" jj stringe i denti alla mia passata di alcool sulla sua ferita con un batuffolo di cotone.

"mica è una cosa da punti?" chiede preoccupata kiara per il suo amico. scuoto la testa.
"andate a cercare qualcosa che vi indica la mappa kiara. non perdiamo tempo" la ragazza annuisce, riferendo ciò che ho detto agli amici, che si trovano fuori il portico.

"da quando fai l'infermiera?" chiede, con un sorriso compiaciuto mischiato a del dolore per la ferita.
"stessa domanda da quando ho iniziato a lavorare al the wreck. ne hai un'altra?" ironizzo, facendo ridere entrambi.

"comunque ho imparato a mie spese. non solo tu hai un padre violento" il suo volto sembra cambiare, da sereno a cupo e triste. quasi arrabbiato, anche, perché ho toccato questo tasto.

"che ne sai che sia stato lui brianna?" non so, ma ho la sensazione che lui sia così tanto legato al padre, che, nonostante tutto, vuole sempre difenderlo.

"sensazione" rispondo esaustivamente. prendo della garza pulita, e un pezzo di scotch per fissarlo sulla pelle.

il taglio va dalla spalla verso il collo. l'ha conciato proprio per le feste. mi dispiace così tanto.
nonostante io ci sia passata, mi sembra di ritornare a quel periodo guardando jj.

"era ubriaco quando te l'ha fatto?" continuo.
"non ne voglio parlare" sbotta, alzandosi dalla sedia su cui si era accomodato, per poi indossare la sua maglietta.

"jj" lo richiamo, mentre lui si sta dirigendo verso la porta. "puoi parlare con me", "non ho bisogno di nessuno con cui parlare" sbotta.

me lo aspettavo che reagisse così, è un argomento delicato, ma dentro di me, speravo che si aprisse.
non ci prendiamo in giro ora, lui non mi conosce infondo, e neanche lui me.

se ne avesse avuto bisogno, sarebbe andato dai suoi migliori amici. senz'altro, non dall'ultima arrivata.


"trovato qualcosa?" domando, appoggiandomi alla grande quercia, che john b e pope stanno osservando da un po'. "ci dovrebbe essere qualcosa qui" kiara, punta col piede un punto indefinito del terreno.

confusa, decido di guardare la cartina. in effetti è segnata una x proprio qui. ma perché, in una mappa è segnato un punto. non lo capisco.

domando così a pope, "hai ragione, questo vuol dire che una persona l'ha segnato di proposito, sapendo che ciò era diretto a te" wow. sono al centro di un caso di mistero. affascinante.

john b si allontana, e arriva con due grandi pale per scavare. "non sappiamo quanto sia profondo, quindi facciamo i turni" propone lui.


quando si dice 'prima le donne' non si scherza mai.
infatti chi sono le prime a scavare? io e kiara ovviamente. stiamo sudando come dei cavalli.
i cavalli sudano? non lo so, ma in tal caso prendiamo come esempio altri animali, tipo i cani, che sbavano come la merda quando c'è caldo.

"non ne posso più" kiara tira a terra la pala, dichiarandosi sfinita. la assecondo, e con l'aiuto di john b e pope, riusciamo ad uscire dalla nostra buca.

è davvero profonda. spero solo che questa fatica valga la pena. "e ora tocca a voi, gentiluomini" sbotta con tono dispregiativo la mia amica.

ci sediamo a gambe incrociate, un po' più lontano dall'ammasso di terra che abbiamo accumulato.
"andiam a lavorar" i due iniziano ad intonare la canzone dei sette nani.

quanto imbarazzanti. ma anche simpatici.
"arrivo" esclama jj, prendendo la pala, ma fa un po' di fatica, poiché il braccio, con cui fa tutto, il sinistro, è stanco. "non puoi scavare" dichiaro, prendendogli la pala che ha tra le mani, una volta alzata.

"faccio quel che mi pare" dice, con nonchalant.
"hai una cazzo di ferita aperta provocata da un coltellino. credi che ti faccia scavare per una cosa mia, dove ci rimetteresti una fuoriuscita di sangue eccessiva?" spiego, alzando i toni.

"starò bene, non mi va che scaviate solo voi" incrocia le braccia. "più ti muovi, più esce sangue idiota" si ammutolisce. deve ringraziarmi per essermi preoccupata di lui, invece di farlo scavare per una cosa che forse non ha ne capo ne coda.

"o porca paletta" pope, oramai infondo alla buca, dichiara di aver trovato qualcosa. io e kiara facciamo uscire john b e l'altro.

"guarda qui" tra le mie mani mi capita un bauletto, di piccole dimensioni. wow, e questo cosa mi deve significare?




hey cupcake 🤪

sιmιᥣᥲr // jj maybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora