08.

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EIGHTH EPISODE
devo scegliere un costume, ma quale? ne ho una marea. tra colorati, floreali, e tinta unita, bianchi e neri, ho una gamma molto alta.

e, non so cosa mi possa succedere facendo questa cazzata. mi chiederanno in casa a vita? probabile.
rivedrò mai la luce? improbabile. morirò? se sono degli psicopatici si.

passo troppo penso a farmi domande. nonostante io sia una delle persone più impulsive sulla faccia di questa terra. sono una di quella che fa, ma poi ci rimargina sopra per tanto. e sono una di quelle che nella doccia pensa a tutte le alternative che avrebbero potuto esserci in determinate situazioni.

sono stufa di far sempre questo. pensare a ciò che avrei potuto fare. mi godo il momento, ma poi ci ripenso sempre. "sei pronta?" una voce alla porta di camera mia, entra tra le mura. mayron. quanto mi manca per tirargli un pugno? siamo educate.

"si" finalmente, la luce delle undici di mattina, arriva nella mia camera buia da un po'.
"buona giornata" dice all'unisono, mentre lo supero, con lo zaino in spalla. "mi dispiace" continua, incrociando le braccia.

"non mi parlate, e lasciatemi in pace" sbotto, non posso ancora crederci. chiusa in una stanza come un animale. credono che li perdoni così facilmente.

"lo facciamo per il tuo bene brianna, devi allontanarti dal tuo passato, e anche dalle persone che non fatto per te" spiega l'uomo dagli occhi azzurri. "sai che c'è? forse le persone che non fanno per me siete proprio tu e jonelle" scendo le scale si corsa, per evitare di incontrare qualcuno nel corso della strada.

saluto solamente il maggiordomo, che sta raccogliendo la posta dalla cassetta postale.

in lontananza, nel vialetto, l'automobile nera della famiglia cameron. da quel che ho capito wheezie rimarrà qui a casa con elinor, visto che sono tanto amiche. infatti la ragazza scende dall'auto e corre verso il porticato, salutandomi di sfuggita.

apro la portiera e a farmi spazio è rafe, che mi sorride dolcemente, facendomi segno di sedermi accanto a lui. è tanto carino con me.
"buongiorno amica che è stata chiusa nelle catacombe della sua stanza" ridacchia sarah, contagiando anche me. "la mia punizione è durata poco, breve ma intensa" esclamo, pensando a quanto io possa peggiorare la situazione con questa cosa che sto per fare. ma loro sono gli unici che possono aiutarmi in questa ricerca, o perlomeno, in questo mistero della lettera.





"ti va di farci un bagno?" domanda sarah, togliendosi il cappello di paglia che sta indossando per proteggersi dal sole. ci saranno circa trentacinque gradi in north carolina.

"no grazie, preferisco prendere un po' di sole. sono bianca cadaverica" spiego, sedendomi sulla sdrai del ponte. questa barca è enorme: provvista di ogni cosa.
bombole per immersioni, cucina, stanze, ponte di comando attrezzato, e tante attività da fare, come scivolo acquatico o giocare a carte nella camera interna.

rafe e la sorella di gettano in acqua eseguendo un bellissimo tuffo ad angelo, word si mette alla guida della barca, e rose si stende su uno dei quattro sdraio, proprio quello accanto a me.



il sole mi pizzica di continuo sulla pelle, mentre continuo ad abbronzarmi per avere un colorito perlomeno decente. ho messo anche la protezione, per evitare scottature e robe così.

intanto sarah e rafe, stanno giocando a carte, credo di raggiungerli a breve, perché mi son scocciata di star seduta senza far nulla. rose invece è ancora qui, che non si muove di un dito. mi sembra una vera e propria lucertola.

decido così di indossare la maglietta con cui sono arrivata. una fatta con la tecnica tay day in istituto con la candeggina. non per dire, ma l'hanno trovata nella mia stanza dopo averla rubata dall'inserviente, e pensavano volessi togliermi la vita. un pochino drammatico i think. no dai, credo l'avrei pensato anche io al posto dei miei governanti.

sιmιᥣᥲr // jj maybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora