Capitolo Sesto
Quella sera mi aveva completamente aperto il suo cuore e forse io avevo fatto lo stesso. Ci conoscevamo da tanto, ma mai avevamo espresso i nostri sentimenti in maniera così diretta. Lo amavo, era verissimo, non avevo ancora capito come, ma la cosa non mi preoccupava, l’amore è amore, non c’è tanto su cui riflettere.
La cosa che mi aveva lasciato più sconcertato era stato il fatto che suo padre lo aveva picchiato da così piccolo. Ero davvero rimasto sconvolto, mi era salita una rabbia così forte che se avessi incontrato quell’uomo per la strada lo avrei ucciso con le mie stesse mani. Quella era una persona che non meritava nella maniera più assoluta di vivere, meritava solo di morire di una morte atroce e dolorosa, come tutte le pene che aveva fatto passare a Frank ingrandite di mille volte e anche di più. Non m’importava se dopo sarei andato in carcere, per vendicare Frank ci avrei passato volentieri la vita intera.
Non potevo davvero vederlo soffrire così, era una tortura anche per me. Se lui stava male, stavo di merda anche io; era come se avessimo una specie di contatto sentimentale che ci faceva percepire reciprocamente le sensazioni dell’altro, e ne avevo avuto la prova più di una volta. Per esempio, una volta lui era rimasto a casa malato ed io avevo avuto mal di testa e mal di pancia tutto il giorno a suola. Il pomeriggio, tornato a casa, Lucy mi aveva misurato la febbre, e indovinate? Ce l’avevo anche io. So che può sembrare una cosa stupida, e forse lo è, ma per me non lo è mai stata, mi piaceva pensarla in questo modo, e avrei continuato a farlo. Altre volte, invece, pensavamo le stesse cose; era davvero divertente quando, esprimendo la nostra opinione, scoprivamo che era la stessa. Forse era solo frutto della coincidenza, forse accadeva solo perché eravamo assolutamente compatibili. Eravamo fatti l’uno per l’altro, e non è una frase fatta rubata solo perché sta bene nel contesto, assolutamente no, non faccio mai cose del genere, semplicemente è così. I nostri caratteri combaciavano perfettamente e dove avevo una mancanza io la compensava lui e viceversa. È la cosa più bella che si possa desiderare avere qualcuno che ti capisce alla perfezione.
Lo guardai mentre dormiva beatamente sul mio petto, sembrava un bambino. Pensai di svegliarlo per poter tornare nel mio letto e dormire anche io, ma non ebbi il coraggio nemmeno di spostarlo di un centimetro.
Sentii che si muoveva e aprì gli occhi. “Ehi” mi fece.
“Ti sei addormentato” gli spiegai.
“Davvero?” chiese stupito. “No, ero coscientissimo.”
Mi misi a ridere alla sua affermazione. Aveva dormito come un ghiro per non so quanto tempo! Una bomba avrebbe potuto distruggere la casa e lui non se ne sarebbe accorto.
Capì dalla mia espressione divertita che in realtà aveva dormito, e anche profondamente.
“Comunque adesso non ho più sonno” affermò lui.
“Bene, e cosa vorresti fare?”
“Non lo so” scosse la testa. “Decidi tu!”
Mi misi a pensare a qualcosa da fare a quell’ora della notte senza svegliare nessuno. “Che ne dici se andiamo a fare una passeggiata sulla spiaggia?”
“Mh, va bene” acconsentì.
Di solito le persone normali la notte dormono e non vanno a fare passeggiate al chiaro di luna, inoltre era ottobre e faceva già parecchio freddo. Ci vestimmo velocemente e mentre passavamo silenziosamente dall’atrio presi la mia giacca e una torcia.
Arrivati sulla spiaggia cominciammo a camminare piano. La notte era lunga e nessuno di noi due aveva furia, anche se il giorno dopo avevamo scuola, la cosa non ci importava molto.
L’aria fredda mi si insinuava sotto la giacca e anche sotto la maglia e la mia schiena era percorsa da brividi. Notai che Frank aveva solo la sua felpa. “Ma sei pazzo?!” gradai indicando i suoi indumenti.
“Penso di sì, sto morendo di freddo.”
Mi tolsi velocemente la mia giacca e gliela infilai a forza, contro il suo volere, poi gli cinsi le spalle con un braccio e lo stinsi forte a me. “Perché sei così stupito da dimenticarti anche una fottuta giacca?” chiesi.
Mi guardò stranito. “Non lo faccio apposta” disse sulla difensiva.
“Lo so, ma poi devo riparare io alle tue cazzate.”
“Nessuno te l’ha chiesto.” La sua voce si stava rabbuiando. Oh, cazzo, mi aveva preso sul serio, ma io stavo solo scherzando.
“Ehi Frank, stavo scherzando!” Lo stinsi ancora più forte a me, alla fine lo avrei stritolato.
“Sì, l’avevo capito” disse impassibile.
Mi fermai e lo presi per le spalle in modo da poterlo guardare negli occhi. “Cosa c’è?”
“In che senso?” domandò. “Non ho capito.”
“Non sei più te stesso da molto. Non sei più quel Frank che combinava un guaio dopo l’altro. Sei diverso.”
Abbassò la testa, cercando di evitare il mio sguardo interrogativo. Gli presi il mento e lo alzai.
“Quello che ti ho detto prima” cominciò, “non avrei dovuto.”
“Cosa hai detto prima che non avresti voluto?” Davvero non capivo a cosa si stesse riferendo.
Rimase qualche secondo in silenzio, come per trovare il coraggio di riformulare quella frase di cui apparentemente si era pentito. “Ti ho detto che ti amo” disse alla fine.
“E non è vero?” Lasciai andare le sue spalle e le braccia mi ricaddero sui fianchi, morte.
“Non devi stare a sentire quello che ti dico, sono tutte cazzate. Non penso quando parlo.”
Non aveva senso. Gli avevo detto anche io che lo amavo.
“Perché?” Riuscii a sussurrare quella frase appena, non capivo più nulla.
Frank si sedette sulla sabbia e si circondò le gambe con le braccia. Lo interpretai come un chiaro segno che voleva essere lasciato solo e me ne andai.
Mi sentivo come se mille cavalli mi fossero passati sopra tutti insieme. Ero lì, per terra, ferito e indifeso e nessuno mi veniva a prendere. Ero solo, completamente solo. Frank era stato il mio salvagente, e adesso mi stava spingendo sott’acqua, nel tentativo di affogarmi. Perché era così che mi sentivo, come se non riuscissi a respirare più.
Tornai in camera, sperando che Frank non tornasse subito, non avrei avuto il coraggio di affrontarlo. Mi buttai sul letto ancora vestito e mi addormentai quasi subito. Il dolore fa questo effetto, ti leva tutte le forze in meno di mezzo secondo, si nutre della tua felicità e la succhia tutta, fino a lasciarti solo, con i tuoi pensieri più brutti. Quella notte sognai, feci il peggior incubo della mia vita.

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Memories
RomanceQuando dico che amo la mia vita la gente mi guarda come se avessi bestemmiato, come se avessi appena detto che è il Sole che ruota intorno alla Terra, e non viceversa. Eppure è così, e io non posso farci nulla. Non ho mai conosciuto i miei genitori...