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18 mesi prima
"Io non mi sono immaginata tutto!" Dico con i pugni chiusi e le lacrime che spingono per uscire ma riesco a trattenere con una forza che non sapevo neppure di avere.
"Non sto dicendo questo, Giulia. Ma è vero! Sono fidanzato!" Mi dice Gabriele mentre si accarezza la testa rasata girando lo sguardo dall'altra parte.
"Quindi sono io che non ho capito?"
Ripenso a tutte le volte che, finiti gli allenamenti, siamo andati in centro in motorino a mangiare un gelato; ripenso a quando un sabato pomeriggio mi è passato a prendere da casa a sorpresa e mi ha portato al mare; ripenso a quando siamo andati al cinema a vedere l'ultimo film della Marvel, i  biglietti erano introvabili ma lui è riuscito ad ottenerne due solo per noi; ripenso a tutte le volte che mi ha preso per mano; ripenso ai passi a due, a lui che poggia la sua fronte sulla mia per darmi forza e coraggio. Non posso aver sognato tutto.
"Giulia ti prego! Non fare così! Non mettermi in difficoltà!" Mi risponde continuando a muovere il viso da una parte all'altra per non incontrare i miei occhi.
"In difficoltà?! Hai ragione scusa! Ora devo andare, però! Ciao!" Dicendo così mi allontano con ancora disegnato negli occhi quel momento in cui l'ho visto con lei, con lei di cui non sapevo nulla, con lei che invece è proprio la sua lei. Mentre io sono stata solo un intermezzo simpatico con cui trascorrere delle allegre giornate. La solita amica e niente di più. Peccato che questa volta c'avevo creduto. C'avevo creduto per davvero. Chiara me lo diceva che i suoi comportamenti erano strani, lei non ha mai appoggiato la cosa, lo diceva sempre che lui sembrava nascondesse qualcosa. Ma io ero talmente estasiata da quelle attenzioni che non vedevo nulla. E ora mi sento una sciocca, una sprovveduta per non essermi fidata della mia amica. Mi sento una cretina per non essermi protetta un po' da tutto questo.
Faccio dei grossi respiri. Rifletto su questa storia, sul mio passato e capisco che in realtà certe cose non puoi cambiarle. Se sei destinato a non essere amato, non servirà lasciar passare solo del tempo per cambiare le cose. La mia unica alleata nella vita sarà la danza con l'appoggio di Chiara quando le sarà possibile. La delusione scende sul mio viso attraverso calde lacrime non appena mi volto per andare via. La rabbia incide piccole mezzelune sui miei palmi mentre serro forte i pugni. L'insicurezza ritrovata non appena iniziavo a credere di più in me stessa mi fa alzare il cappuccio della felpa, nascondendomi al mondo esterno e lasciandomi ai miei pensieri. Arrivata a casa mi fiondo sotto la doccia nella speranza che l'acqua, scorrendo sul mio corpo, allontani via tutto quello che è successo nelle ultime ore. Aumento il calore dell'acqua finché quasi non mi brucia la pelle. Perché forse finché il dolore è fisico,  non senti quello dentro.

Quando i nostri occhi si incontrano ripenso alla nostra ultima conversazione . Ripenso alla Giulia timorosa di un anno e mezzo fa incapace di sbattergli la realtà in faccia. Penso a quanto io sia cambiata anche grazie a Sangio. Dopo quella conversazione Gabriele mi evitò e dopo circa due settimane cambiò accademia. E ora invece è tornato spavaldo e sicuro di sé. Lo leggo nei suoi occhi.
"Giulia, cara, ti stavamo aspettando!" Dice la direttora.
"No, veramente io sapevo saresti stata l'ultima. Sei sempre la solita ritardataria. Dovresti appuntarti l'orologio con qualche minuto di anticipo!" Mi canzona la mia insegnate.
"Non è cambiato nulla vedo, eh Giulietta?!" Mi domanda Gabriele con un guizzo sul viso e negli occhi.
"Infatti Giulia, abbiamo pensato di affiancarti a Gabriele. Con la sua scuola parteciperemo all'audizione e, visto che in passato avete già ballato insieme e siete sempre stati molto affiatati, era la scelta migliore! Sicuramente saprete dare il meglio di voi e riuscirete a incoraggiare l'altro!" La direttora è convinta di questa scelta. Io guardo Gabriele e lo sono molto meno. Le emozioni che provo in questo momento sono così contraddittorie che mi stanno facendo salire un'emicrania pazzesca. Sono amareggiata ancora per come è andata tra di noi, pensavo davvero ci fosse qualcosa. Sono delusa da me stessa per essermi fatta prendere in giro, per non aver avuto abbastanza forza per affrontarlo per davvero. Sono incavolata perché ho subito quella situazione. Allo stesso tempo so che quello che dice la direttora è vero, non ho mai ballato con nessuno come ho ballato con Gabriele durante la nostra conoscenza. Non mi sono mai sentita così forte sul palco come con lui. Sarei una pazza a non dire che voglio sentirmi di nuovo così. Sarei una pazza a non ammettere a me stessa che per me è stato il ballerino della crescita, del salto di qualità. Mai come in questo momento lui sarebbe perfetto per farmi superare quell'audizione.
"Sì, sono assolutamente d'accordo! Avete già deciso cosa dobbiamo fare?" Lo dico in realtà senza guardarlo negli occhi. Ho pura di quello che potrei trovarci. Ho paura anche di quello che potrei provare io.
Iniziamo a provare e, come sempre, la danza mi libera e anche se le mani che mi toccano sono le sue e mi fanno sempre un po' rabbia,  le emozioni che sprigioniamo ballando superano ogni barriera e confine.
Non abbiamo ancora preso una vera decisione su cosa preparare ufficialmente. La maestra ci deve pensare dopo averci rivisti.
Io entro nello spogliatoio per farmi una doccia veloce. Guardo l'orario è noto di essere in ritardo. Sangio sarà fuori da un pezzo e io sono ancora tutta sudata e puzzolente. Metto il turbo per fare il prima possibile, mentre nella mia mente penso a cosa gli dirò quando mi chiederà del ballerino con cui mi presenterò all'audizione. Mannaggia! Quando sono pronta esco dallo spogliatoio e davanti mi trovo Gabriele.
"Giulia aspetta un attimo devo parlarti!" Mi dice flebilmente.
"Scusa, ma devo scappare! Mi aspettano!" Cerco di chiudere ogni conversazione.
"Chi ti aspetta? Il ragazzo di stamattina?" Mi domanda rassegnato.
"E tu che ne sai?" Sono sorpresa. Non faccio neanche caso al suo stato d'animo lì per lì.
"Ti ho visto stamattina! Ma io davvero devo parlarti!" Insiste cercando il mio sguardo.
"E io davvero devo andare! Ci vediamo domani!" E mentre lo dico lui cerca di afferrarmi la mano. Ricordo subito la sensazione di Gabriele che mi accarezza le mani e me le stringe. Ricordo tanti particolari. Ma il mio cuore pensa a quegli occhi di ghiaccio che mi aspettano fuori, quindi lascio scivolare via la mia mano e mi allontano. Senza guardarlo. Ma so che non potrò evitarlo per sempre. Mi ci dovrò confrontare. Ma almeno la prossima volta sarò preparata.

Stranamente è in ritardo. Lei è sempre così puntuale e precisa. Mi avvisa se fa tardi. Dice che non vuole lasciarmi fuori ad aspettare. Invece oggi sto da mezz'ora inchiodato qua a guardare quel portone da cui non esce nessuno. Provo a scriverle ma, proprio mentre sto per inviarle il messaggio, sento un rumore provenire dalla direzione del portone.
La vedo uscire. Viene verso di me. La sua espressione è strana. Non è la solita di quando finisce di ballare. Non ha il solito sguardo estasiato, soddisfatto, energico. È spenta. Rallentata. In genere corre verso di me e mi si butta tra le braccia baciandomi. Ora sembra si stia trascinando verso la mia macchina. Verso di me.
Allora mi avvio verso di lei. Mi avvicino, le tolgo il borsone dalle spalle. Le sollevo il volto con un dito e nei suoi occhi continuo a leggere sempre una sorta di malinconia, di delusione.
"Ehi, piccola che succede? Ti ho lasciato così spensierata stamattina?" Le chiedo.
Lei sembra risvegliarsi da uno stato di trance. Mi guarda, mi schiocca un bacio. Sorride anche se continuo a vedere quel velo strano di tristezza nel fondo.
"No, niente! Mi sono appena resa conto che per i prossimi due mesi dovrò venire qui il sabato e la domenica mattina... fino a quest'ora!"
So che non è tutto qui. C'è qualcosa che non mi sta dicendo. Ormai la conosco. Ma so anche che ha i suoi tempi. Arriverà il momento.
"Beh e questo ballerino? Chi è?" Le chiedo sereno. Per scherzare un po'.
Lei stranamente si irrigidisce.
"È molto bravo. Lo conosco già, avevo già ballato con lui in passato." Vedo che mentre parla cerca qualcosa nel borsone. Forse sono solo mie paranoie. Decido di non dare più importanza a tutto questo. La maggior parte delle volte ci facciamo dei film inutili. 
Accendo l'auto per uscire dal parcheggio e in quel momento vedo uscire dal portone dell'Accademia un ragazzo. Alto, muscoloso. Capelli cortissimi quasi a spazzola. Occhi scuri come i capelli. Sarà lui il ballerino? Ma perché devono essere tutti così fisicati questi? Ma io non lo so!!!

***
Ecco la turbolenza che aspettavamo!
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