Patto

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- Mark, io credo che tu sia un ragazzo fantastico.. Davvero, non lo dico tanto per dire.. Però, vedi.. Io, non penso che tu, no no.. Che io, perché si, è colpa mia, è solo colpa mia! Tu sei perfetto, veramente.. Sono io quella incasinata e non voglio farti perdere tempo. Tu meriti una ragazza migliore, e non una.. Una.. Una..
- Stupida come me!
Bastarano queste tre semplici parole a farmi perdere il filo del discorso, che per inciso stavo provando da più di venti minuti davanti all'enorme specchio della mia camera.
- Lily! - sbottai infastidita.
- Cosa?! - chiese lei fingendo di non aver fatto e detto nulla.
Mi girai verso mia cugina che nel frattempo aveva preso posto ai piedi del mio letto. Le lanciai un'occhiata severa e lei sbuffò spostandosi una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio.
- Non dovresti lasciarlo.. - buttò lì dopo qualche istante.
- E perché? - domandai senza un vero interesse.
Ormai avevo deciso, e nessuno, compresa lei, mi avrebbe fatto cambiare idea.
- Perché nel caso contrario saresti davvero una stupida!
Ancora, eh..
- Stupida è la tua parola del giorno?
- No, è la tua!
Merlino, che stress..
- Lily sai dare una motivazione alla tua affermazione?
- Ovvio! - mi sorrise - Chiunque molli un ragazzo come Mark, è una stupida! Cavolo, è così bello, intelligente, simpatico, generoso.. - e abbassando la voce aggiunse - E non tralasciamo che è tremendamente sexy!
- Lily! - la rimproverai.
- Cosa? - chiese allibita - Lo è.. Non sarai mica gelosa? Se è così fosse, sappi che assurdo.. Eh!
- Non assolutamente gelosa. Solo che tu non dovresti neanche pensarle certe cose.. - spiegai asciutta.
- Puritana. - commentò lei acida.
Meraviglioso.
Ero una stupida puritana!
Altro?
- Se ti piace tanto tra qualche minuto potrai consolarlo. - le proposi scherzando.
- Mmh. Perchè no.. - scherzo che lei non comprese.
Sospirai.
- Comunque, se non ti dispiace, - le dissi prendendo il mantello - Io ora avrei da fare.. Ci vediamo stasera a cena. A dopo! - la salutai uscendo dalla stanza.
- MANGIATRICE DI UOMINI!! - mi urlò ridendo.
Perfetto.
Ero una stupida, puritana mangia-uomini.
Contraddittorio, no?
Sorrisi.

~

Mancava ancora qualche minuto all'ora di cena e decisa ad evitare la predica di Lily, optai per una passeggiata lungo il Lago.
La chiacchierata con Mark era andata piuttosto bene, o per lo meno era stata breve.
Breve ed indolore.
Lui aveva accettato tutto senza fare una piega e alle mie parole "Restiamo Amici" annuì con vigore.
Ed ecco finire la mia prima vera storia d'amore, se così poteva definirsi, con una stretta di mano.
Abbastanza patetico, no?
Certo, sicuramente meno imbarazzante ed umiliante di tante altre scene drammatiche a cui spiacevolmente avevo assistito, non c'erano state lacrime e tanto meno grida, e questo era certamente un bene, ma tutto ciò mi faceva anche riflettere.
Era stato tutto troppo asettico, privo di qualsiasi emozione.
Ne un sorriso, ne una lacrima.
Nulla.
- Rose - mi sentii chiamare ed alzando lo sguardo incontrai una figura familiare. - Che ci fai qui? - mi domandò avvicinandosi.
- Potrei farti la stessa domanda. - gli sorrisi.
- Beh, ma te l'ho fatta prima io. - insistette.
- Avevo bisogno di chiarirmi le idee. - confessai infine.
- Mmh. Riguardo a cosa? - mi chiese ormai fronteggiandomi.
- A tutto e a niente. - risposi vaga.
- Per ridurti così dev'essere stato davvero traumatico l'addio a Mark. - disse lui qualche attimo dopo, sorprendendomi.
Non gli avevo accennato nulla sulla possibile fine del rapporto con Mark, e allora come faceva a saperlo?
Lo guardai confusa e lui capì.
- Ho incotrato Lily prima.. - spiegò.
Ah, ora si che era tutto più chiaro.
Sorrisi pensando a quanto fosse pettegola mia cugina.
- Mi dispiace deluderti - dichiarai poco dopo - Ma il mio addio a Mark è stato tutto tranne che traumatico.
- Ne sembri delusa. - asserì notando una punta di amarezza della mia voce.
- Beh, lo sono - assentii - Ma non fraintendermi, non volevo certo che si strappasse i capelli o che in ginocchio mi pregasse di stare con lui.. Ma - spostai lo sguardo verso il lago - Mi è sembrato tutto troppo freddo.
- Freddo? - m'interrogò.
- Freddo - ripetei - E' ho paura che non sia colpa sua.
Il silenzio che seguì quelle parole, mi fece temere che mi fossi spinta un pò troppo in là. Era si il mio migliore amico, da più di sei anni ormai, ma era pur sempre un ragazzo, cosa che tendevo spesso a dimenticare.
Un ragazzo, tra l'altro, non conosciuto e amato per il suo tatto.
Imbarazzata alzai gli occhi su di lui, ciò che vidi mi stupì.
Non c'era un ghigno divertito sul suo volto, no. La sua espressione era assorta, come se stesse riflettendo su ciò che gli avevo confidato, senza però tuttavia trovare una soluzione.
Insolito per lui.
- Quindi - disse fissando la luna - Se non ho capito male, tu pensi di essere fredda?
- Beh si. - sussurrai.
- E dunque hai paura che in futuro non avrai mai un rapporto vero con nessuno? - dedusse.
Mi ritrovai ad annuire nuovamente.
- E che questo sia tutta colpa mia perchè forse non mi accontento. - aggiunsi.
- Accontentarsi, non trovi che sia già di per se un'orribile parola? Qualcosa che nasconde e che allo stesso tempo sottolinea una frustrazione. "Mi accontento di te perchè non altro." è peggio di qualsiasi altro insulto. - grugnì.
Quest'ultima sua affermazione, mi fece riflettere.
Che ci fosse un animo sensibile sotto quell'armatura di mistero e di freddezza?
- Hai ragione. - mormorai semplicemente.
Altri momenti nel più completo silenzio passarono fino a quando lui non parlò di nuovo - Ti propongo una cosa.
- Una cosa? Non sarà la stessa cosa dell'anno scorso vero? - chiesi diffidente - No, perchè - continuai ricordando il terribile periodo - Non ho più alcuna intenzione di farti i compiti per due mesi, solo perchè ho perso una stupida partita a Quidditch. Quindi se è questo, puoi anche evitare di pormi il quesito, perchè tanto la mia risposta è no! - conclusi agitando l'indice proprio sotto il suo naso.
- Non è questo, anche se mi sei stata piuttosto utile in quella situazione, non volevo assolutamente richiedertelo. - diventò serio.
- E allora cos'è? - lo sollecitai curiosa.
- Che ne dici se - si fermò un attimo forse cercando le parole più giuste - Noi due tra dieci anni ci sposassimo? Ovviamente se nessuno dei due ha già trovato la sua dolce metà. Cosa - proseguì ridacchiando - alquanto improbabile per me, ma molto probabile per te.
Un secondo, il mio migliore amico, nonchè Scorpius Hyperion Malfoy mi stava chiedendo di sposarlo? Dandomi contemporaneamente della possibile zitella?
Lo fissai interdetta - E' uno scherzo?
- No, solo che se nessuno di noi due a ventisette anni ha ancora trovato la sua anima gemella, forse è perchè non esiste. E se non esiste, tanto vale accontentarsi di una persona amica. - spiegò sottolineando con ironia la parola accontentarsi.
Lo studiai provando a capire se fosse sincero o se come al solito mi stesse prendendo in giro, trattandomi come un'idiota.
Quando lo vidi diventare rosso e cercare di balbettare qualcosa, capii che no, non stava scherzando e che qui attendeva una mia risposta.
Una risposta che nella mia testa risuonava, ovvia, ma che le mie labbra non volevano pronunciare.
- Ti faccio pena? - lo accusai a disagio.
- No, non mi fai pena. - rispose secco.
- E allora perchè me l'hai chiesto?!
- Io, non lo so.. L'ho pensato e l'ho detto. Mi sembrava una buona idea, ma a quanto pare è davvero ridicola.
Non era affatto ridicola.
Era forse senza senso, troppo instintiva e non calcolata, ma non ridicola.
- Va bene - concordai - Nel caso in cui il mio principe azzurro non avrà fatto ancora la sue entrata trionfale allo scattare dei miei ventisette anni, io Rose Weasley mi accontento di te Scorpius Malfoy. - dissi a gran voce con fare teatrale.
- Molto bene. - annuì soddisfatto - Che ne dici di andare a cena ora, futura signora Malfoy?
Sbuffai - Spera solo che il mio principe azzurro si faccia vivo, Scorpius. Non credo che riusciresti a sopportarmi per tutta la vita finchè morte non ci separi.
- Esiste sempre il divorzio. - mi fece notare incamminandosi verso il castello.
- Già e ah, voglio metà di tutti i tuoi bene. - ridacchiai seguendolo.
- Mio padre non ne sarà contento. - sospirò con finta rassegnazione prima di guardarmi e scoppiare a ridere.
Tentai di mettere su un finto broncio, ma non ci riuscii, e così attirando l'attenzione di molti studenti, cominciai a ridere anch'io.
In quel momento, tutti i dubbi e le paranoie sparirono.
Ciò che restò fu la consapevolezza che per me, il mio migliore amico ci sarebbe sempre stato. Ora più che mai.

Harry Potter - Il matrimonio del mio migliore amicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora