𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐪𝐮𝐚𝐭𝐭𝐫𝐨

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Isabel's pov
Rimanemmo abbracciati per molto tempo ancora ma in silenzio.
Non avevamo bisogno di parole, c'eravamo già detti tutto solo sfiorandoci.

Se mi ero pentita di aver raccontato la mia storia a qualcuno? Diamine si.
'Ormai il dado è tratto.'
Pensai, quindi perché non godersi la pace e la morbidezza del suo abbraccio?

Quello che provavo, non avrei saputo esprimerlo a parole, ero un groviglio inestricabile di emozioni e non ero sicura di volerle decifrare tutte.

Erano cose mai provate prima, era tutto nuovo per me. Erano quasi due mesi che vivevo nella novità e la mia curiosità continuava a spingermi oltre.

Io avevo bisogno di scoprire la verità su di me e dovevo prepararmi ad essere disposta a fare qualsiasi cosa per ottenerla.

Non potevo però accettare l'invito di Theodore, con lui sarebbe sembrato più strano e io non dovevo destare sospetti. Inoltre non conosceva la mia situazione quindi non avrei potuto giustificare la mancanza di vestiti.

Draco era a conoscenza di qualche dato in più e avrebbe saputo come aiutarmi ma non volevo usarlo, probabilmente mi sarei sentita in colpa e se mi avesse beccato non avrei osato immaginare cosa sarebbe successo.

Non avrei certo potuto chiederlo a Daphne, insomma era la sorella di Astoria, Dio solo sa cos'avrebbe fatto in quella casa.

Rimaneva Blaise ma be' non mi sarei intrufolata a casa Zabini senza invito e nemmeno dai Greengrass.

Quindi rimanevano solo Theodore e Draco ma
chi dei due avrei dovuto scegliere?

...

Il mattino seguente, all'alba ero già in sala grande per sgranocchiare qualcosa prima che la sala si riempisse di gente.

Mi sedetti al solito posto anche se avrei potuto mettermi ovunque dato che c'ero praticamente solo io. Mangiai un paio di biscotti e mi versai una tazza di caffè mentre prendevo 'Cime Tempestose' e finivo di leggerlo per la decima volta.

Odiavo la maggior parte dei personaggi, anzi tutti tranne Hareton, lui era l'unico a piacermi.
Cresciuto in condizioni pietose, era riuscito a trovare la felicità in una piccola ragazzina viziata che l'aveva sempre disprezzato per le sue condizioni.

Stavo sorseggiando la mia calda bevanda tranquillamente quando me la rovesciai addosso a causa di una voce che mi fece spaventare.

Mi alzai di scatto per l'impatto con il liquido bollente lasciando cadere il restante contenuto della tazza sul mio libro e andai a sbattere contro qualcuno.

Mi girai per trovarmi Draco davanti che se la rideva sotto i baffi.
"Non fa ridere."
Incrociai le braccia mettendo il broncio.

Pressò le labbra tra di loro e gonfiò le guance nel tentativo di non ridere mentre continuava a scrutarmi dall'alto al basso.

"Fa un pochino ridere."
Ammise.

Lo trucidai con un'occhitaccia e guardai la macchia enorme di caffè che avevo sulla camicia.
"Cazzo e ora come faccio?"
Mormorai.

"Non hai un'altra camicia?"

"Si ma è a lavare e mentre si asciugherà con questo tempo mi ci vorrà un giorno intero."
Mi passai una mano tra i capelli.

"Iniziamo a smacchiare questa poi pensiamo a cosa farti indossare."

Annuii e andammo verso i dormitori.
I corridoi erano vuoti, non erano nemmeno le sette del mattino e avevo già combinato un disastro.

scars // draco malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora