𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐯𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐫𝐞́

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Isabel's pov
Seppur durante le lezioni avessi cercato di non dare peso alla cosa, le proposte dei due ragazzi mi avevano completamente spaesata.

Era chiaro che la parte non razionale di me stessa avrebbe voluto che accettassi per godermi le vacanze almeno una volta nella mia vita.
Ma la parte razionale, quella che avevo quasi dimenticato ma che poi era ritornata a farsi sentire, mi aveva fatta ragionare e capire che mai avrei potuto dire di sì a uno dei due.

Ero una mezzosangue, non ero una nobile, non avevo un soldo e soprattutto non avevo vestiti se non quei due paia di jeans che avevo rubato non ricordo dove.
Mi avrebbero disprezzata e soprattutto non mi sarei dovuta spingere così oltre.

Sarebbe stato inutile anche solo pensare il contrario. Non si trattava dei Weasley, che tranquillamente si mischiavano con i mezzosangue, si trattava della nobiltà purosangue. I più ricchi e temuti di tutto il mondo magico.

A quel punto valeva la pena farsi invitare da Lord Voldemort in persona per prendere un caffè.

Ero così nervosa da non essermi accorta di aver praticamente distrutto la pergamena su cui prendevo appunti. L'avevo scarabocchiata tutta.

Piton mi guardava truce e tutta la classe aveva rivolto la propria attenzione verso di me.
Il professore si avvicinò a me e mi strappò la pergamena dalle mani.
"Trova disegnare più importante della mia lezione, signorina?"

"No io stavo solo- mi scusi."
Mormorai afflitta con lo sguardo basso.

In sei anni, Piton non mi aveva mai ripresa e ricevere uno sguardo disgustato dal professore che stimavo di più, mi fece salire un grande senso di colpa.

"Vada nell'ufficio di Silente."

"Ma io-"

"Sparisca!"
Gridò e io non potei fare altro che obbedire.

Mi alzai velocemente dalla sedia e quasi corsi fuori dall'aula. Non era mai successo che per un rimprovero in classe, un alunno venisse mandato dal preside e io non volevo essere l'eccezione alla regola.

Arrivai davanti al gargoyle di pietra e pronunciai la parola d'ordine.
"Sorbetto al limone"

Il gargoyle si spostò facendo trasparire una lunga scala a chiocciola diretta verso l'ufficio del preside.
Salii lentamente scalino dopo scalino e trovai il
vecchio uomo barbuto a guardare il panorama che una posizione come la sua offriva.

Mi schiarii timidamente la voce e lui si girò verso di me.
"Isabel, ti stavo aspettando. Vieni, siediti pure."
Mi indicò una poltrona e io mi ci sedetti sopra guardandomi nervosamente intorno.

"Mi dispiace per l'accaduto in classe, non ricapiterà più."
Mormorai.

"Oh, ne sono certo. Ho chiesto ai professori di avvisarmi nel caso fosse successo qualcosa, per questo sei qui.
Ultimamente ti vedo un po' distratta, questo può essere frutto del fatto che hai fatto nuove amicizie oppure perché sei semplicemente stanca. Dovresti prenderti una pausa. Tra poco arriveranno le vacanze di Natale, perché non fai una vacanza?"

"Sa bene che non ho alcun posto dove andare."

"Ma so anche che il giovane Nott ti ha invitata a trascorrere le vacanze a casa sua."

"Se è per questo, anche Draco me l'ha chiesto, signor preside, ma ho rifiutato perché non ho intenzione di andare a casa di sconosciuti."

"Non sono sconosciuti, li conosci da sei anni."

"Professore, lei sa meglio di me che quelle famiglie disprezzano quelli come me. Non ho intenzione di rovinarmi anche le vacanze natalizie."

"Isabel so bene qual è la tua situazione tuttavia ti consiglio di accettare uno dei due inviti se vuoi qualche informazione sul tuo passato. Cerca nelle loro librerie, nei loro album, va' a Hogsmade, fai delle ricerche e scoprirai qualcosa perché temo che chi dovrebbe dirti la verità, sia troppo codardo per farlo. Cerca in quelle famiglie e saprai la verità su te stessa e la tua famiglia."

scars // draco malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora