2-cat walck in palestra

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«Come mi vesto!?» si sentì urlare. Yolanda si rese conto che non aveva cose decenti. Allora uscì con sua madre a comprare un abito adatto. Girarono per tutti i negozi di New York. Finalmente dopo quattro ore di shopping in giro per la città trovò l'abito che lei riteneva perfetto. Tornando a casa si fermò da Starbucks e quella diventò la sua cena. Arrivò casa giusto in tempo per prepararsi .

Arrivò sera, era ora di andare. L'accompagnò suo padre per poi lasciarla lì. La sarebbe venuta a riprendere dopo, alla fine del Prom.

Fece un gran respiro, si fece coraggio e spalancò le porte della palestra, la quale era stata addobbata con luci, palloncini e una vera e propria pista da ballo. Era stupendo.

Ma ora parliamo della sua entrata.

Quando entrò, da sola, tutti si voltarono e rimasero a bocca aperta. Alcuni nemmeno la riconoscevano e si chiedevano chi fosse.

Aveva un tubino nero corto che quasi si vedeva il sedere che le segnava le forme (nascoste sempre dai pantaloni della tuta e dai felponi), un paio di decolté anch'esse nere in vernice. Una borsetta di Chanel nuova e dei capelli fantastici. Come trucco non ci era andata pesante: solo delle ciglia finte e un filo di matita che le facevano risaltare gli occhi azzurri. E per completare il makeup un rossetto rosso opaco. Si era persino rifatta le unghie. Era davvero irriconoscibile. Per la prima volta tutti stavano guardando lei, ma non in modo schifato, anzi, erano imbambolati come un bambino quando passa davanti al negozio di caramelle.

La festa continuò e lei parlò con molti ragazzi carini, ma non lui, non Tiler.

Verso metà serata, mentre lei era seduta a bere qualcosa, ovvero Coca Cola, si accorse che lui le stava venendo in contro e per poco non le andava di traverso tutto.

Parlarono per tutta la sera e dopo qualche bicchiere di superalcolici era ora di tornare a casa. Teoricamente avrebbe dovuto riportarla a casa.

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