𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢𝐜𝐢𝐚𝐬𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞

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Isabel's pov
Da quel giorno, Draco mi ignorò.
Se ci trovavamo nella stessa stanza, cercava di rivolgere la sua attenzione a qualcun'altro.
Se eravamo soli, cambiava stanza.

Il suo allontanamento non mi fece sentire come sperai, il mio umore continuava a peggiorare ed ero arrivata al punto da non sforzarmi nemmeno di nasconderlo.

Avevo sempre un'espressione malinconica sul viso ma reclinavo tutte le domande che mi venivano poste.

I buchi sui miei polsi stavano gradualmente aumentando.
Quando la sera mi chiudevo in stanza, mi scoprivo il braccio e prendevo le forbici piangendo sul mio stesso sangue.

Il dolore era l'unica cosa che mi aiutava.
Avevo pregato Blaise di darmi dell'erba ma me l'aveva negata sotto le minacce attente di Theodore.

I comportamenti di quest'ultimo diventavano sempre più strani, sembrava un'altra persona.

Era sempre scorbutico e parlava poco, dopo un mese ancora pensavo alla lettera che aveva ricevuto.
Doveva essere una notizia così brutta?

Quella mattina il cielo dava l'idea che un potente temporale avrebbe raggiunto la terra. 
Adoravo la pioggia, era bello osservare le gocce che si infrangevano sul vetro della mia finestra con violenza, ma avevo una paura assurda dei tuoni.

Il loro rumore mi costringeva a coprirmi con le coperte fin sopra la testa e a stringere gli occhi sperando che sparissero.

Camminavo distrattamente nei corridoi per andare a lezione, quando andai a sbattere contro qualcuno facendo cadere tutto quello che aveva in mano.

"Oh Dio! Scusa!"
Esclamai alzando la testa per vedere chi fosse la povera vittima delle mie distrazioni.

Mi si presentò un ragazzo con gli occhi verdi, degli occhiali tondi poggiati distrattamente sul naso e un'insolita cicatrice sul viso.

Harry Potter.

Non volevo crederci, ero andata a sbattere contro Harry Potter.
Incredibile come non me ne andasse bene una.

"No scusami tu, ero con la testa da un'altra parte. Ti sei fatta male?"
Pronunciò tutto con un tono incredibilmente gentile.

Tra i serpeverde girava voce che Potter fosse un vanitoso e insopportabile ragazzo.
Io, vivendo nel mio piccolo mondo, non ci avevo mai parlato ma sapevo, come tutto il mondo magico, che fosse 'il ragazzo sopravvissuto'.

"Ho qualcosa sulla faccia?"
Chiese notando che lo stessi fissando.

Mi maledissi per non saper interagire con le persone.
"Ehm no, tutto bene. Mi dispiace di... be' questo."
Indicai il disastro che avevo combinato.

"Per farti perdonare, potresti dirmi almeno il tuo nome."
Mi sorrise.

"Oh emh si, mi chiamo Isabel."

"Piacere Isabel, io sono-"

"Harry Potter."
Lo precedei.

"Vedo che la mia fama mi precede."
Disse evidentemente infastidito.

"Oh no, non è quello che pensi. Vivo tra le serpi e loro parlano spesso di te quindi non potevo non conoscere il tuo nome e poi
i-insomma tutti conoscono la tua storia e-e"
Iniziai a balbettare nervosamente e parlai così velocemente che mi mancò il fiato.
Il mio viso divenne rosso per l'imbarazzo, ero quasi dello stesso colore del rossetto di Astoria.

scars // draco malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora