𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐞𝐢

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'Mamma! Papà! Dove siete?'
Urlo ma nessuno sembra sentirmi.

'Aiuto!'
Continuo a singhiozzare ma senza alcun risultato.

'Oh nessuno verrà ad aiutarti qui.'
Ghigna l'uomo avvicinandosi alla mia figura accovacciata nell'angolo.

Le ginocchia al petto, sono cinte dalle braccia, come se potessero proteggermi da quello che sta per succedere.

'Ora fai silenzio.'
L'uomo si gira verso di me.
La sua faccia è cambiata, così come il tono di voce.

'D-draco?'
Sussurro.

'Quante volte ti ho detto che per te è Malfoy, mezzosangue?'

La spazio comincia a farsi più nitido e riconosco il luogo in cui sono, nella mia stanza a Hogwarts.

'P-per favore.'

Continua ad avvicinarsi finché non arriva a me.
Si abbassa alla mia altezza e mi prende il mento con forza.

'Sei una puttana.'
Ringhia.

'Puttana.'
Qualcuno gli fa eco.

'Puttana.'

'Puttana.'

'Puttana.'

Di scatto alzai la schiena dal materasso.
Il petto si abbassava e si alzava ad un ritmo troppo veloce, il cuore mi batteva fortissimo quasi come se volesse uscire.

Incubi.

Aspettai che il respiro tornasse regolare, chiusi gli occhi e attesi che il peggio se ne andasse.
Sembrava così reale.

Gli incubi sono così.
Sono come dei demoni che si nutrono delle nostre emozioni, dei demoni che creano illusioni così vere, da spaventarci.
Gli incubi non sono altro che la proiezione della realtà che temiamo, nel mio caso era vero.

Mi alzai e andai verso la finestra per aprirla.
C'era la luna piena, io la adoravo.
Mi dava sicurezza.
Il suo riflesso batteva sul lago, che visto dai sotterranei serpeverde, era magnifico.

Dalla mia camera si vedeva il rosso della torre grifondoro, illuminata anche di notte.
Avrei voluto essere una di loro, mi avrebbero accolta, sicuramente non giudicata e maltrattata.

Sarebbero stati gentili con me, mi avrebbero dato una vera casa, mi avrebbero ospitata nel loro vagone, avremmo potuto scherzare come fanno gli amici, avrei trovato qualcuno simile a me.

Smettila di sognare.

Si perché avrebbe potuto essere solo un sogno.
Dopo sei anni, ancora non capivo la scelta del cappello parlante.

Riaddormentarmi non sarebbe più stato possibile quindi misi la divisa e uscii dalla mia camera.
L'orologio della sala comune segnava le quattro quindi se qualche prefetto mi avesse vista fuori, per me ci sarebbero stati grossi guai.

Feci attenzione a non farmi beccare e sgattaiolai in biblioteca.
Mi avvicinai agli scaffali con i libri di letteratura inglese e iniziai a leggere i vari titoli in cerca di qualcosa che mi ispirasse.

Facevo scorrere le dita sulle copertine cosicché quando avessi scelto, volevo prendere quelli più polverosi perché significava che fossero i meno letti e i meno cercati.

Un suono però interruppe il mio girovagare tra gli scaffali.
Di nuovo quella musica.

Chi suonava il pianoforte alle quattro del mattino?
Doveva ritenere importante quello strumento per poter passarci le notti.

scars // draco malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora