𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐫𝐞

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'Ti prego lasciami.'
Tento inutilmente di proteggermi rannicchiandomi in un angolino.

'Stai facendo la bambina cattiva, lo sai cosa succede alle bambine cattive?'
Ghigna l'uomo avvicinandosi al mio piccolo corpo.

Scuoto la testa impaurita.

'Te lo mostro io.'

Si avvicina a me lentamente sorridendo, un sorriso che sto imparando a conoscere.
Mi prende le caviglie stendendo il mio corpo sul letto, e divarica le mie esili gambe.

Inizia a mordere le mie cosce, conficcando i suoi denti nella mia carne.
Urlo e piango per il dolore ma questo sembra divertirlo ancora di più.
Mi dimeno provando a liberarmi ma la sua forte presa mi tiene immobile sotto di lui.

Alza la testa per guardarmi, per guardare ciò che ha fatto.

Vorrei che smettesse, che non facesse come tutte le sere da ormai qualche mese.
Sono stata così stupida a pensare che un uomo come lui volesse aiutarmi, ero così spaventata che avrei potuto accettare di tutto.

Mi svegliai di soprassalto e con il fiatone.
Un altro incubo.
Cercai di regolarizzare il mio respiro prendendo aria più lentamente del previsto.

"Va tutto bene, era solo un sogno."
Mi ripetevo.

Il letto su cui mi trovavo non era il mio, tuttavia riconoscevo il profumo di medicinali della stanza.
Mi trovavo in infermeria, dopo uno svenimento dovuto ad un calo di zuccheri e un attacco di panico.

Nemmeno un giorno di scuola ed ero già in quella stanza piena di lettini bianchi con le sbarre di metallo.
Ero sola, ovviamente, chi sarebbe potuto finire in infermeria il primo giorno di scuola se non io?
Non sapevo chi mi ci aveva portata e poco mi interessava, pensai che sicuramente fosse stato uno studente che casualmente si trovava lì.

"Signorina, si è svegliata!"
Esclamò Madama Chips venendo verso di me.

"Salve Madama, come sta?"
Le chiesi sforzando un sorriso.

"Come sto io? È lei che continua a non mangiare."
Mi rimproverò.

"Si guardi, è ancora più magra dell'anno scorso. Ma a casa la fanno mangiare?"

'Io non ho una casa.'
Avrei voluto rispondere e sfogarmi ma non potevo.

Mi limitai ad annuire alla donna di fronte a me.

"Beva questa, credo che ormai sappia cos'è."
Mi disse porgendomi una fiala verdastra.

Presi quella pozione odiosa, puzzava di goblin e aveva un colore ancora meno invitante.

"Si lo so e non mi è mancata affatto."
Risposi mandando giù quello schifo.

Il sapore era peggiore di come lo ricordassi.
Sembrava succo andato a male.

"Se mangiasse di più non le servirebbe.
Lo sa che non posso continuare a non dire nulla al preside.
Se le sue condizioni peggioreranno ancora sarò costretta ad avvisarlo."

Se Silente lo avesse saputo, avrebbe mandato un prefetto a sorvegliarmi.
Non doveva succedere.

"Proverò a mangiare di più."

"No tu non ci proverai, tu lo farai e se non mangi ti imboccherò personalmente."
Una versione molto arrabbiata di Daphne si avvicinò con passo furioso al mio lettino.

"Vi lascio sole signorine."
Madama Chips se ne andò facendo rimbombare i suoi tacchi sul pavimento.

"Hey Daph."
Le sorrisi flebilmente.

scars // draco malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora