No. 25 - Un giorno qualunque

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Fine ottobre 2040, Los Angeles, USA

Un grande fiume di auto viaggia placidamente sulle strade centrali della città californiana, formando una cacofonia di motori e clacson. Una massa di persone si sposta sui marciapiedi, avvolti nelle giacche autunnali, con gli ombrelli sotto al braccio e colpiti da un forte vento. È mezzogiorno, ma è come se fosse la mezzanotte passata a causa delle dense nuvole nere sopra al dedalo di strade. Nell'aria si sente odore di tempesta e dalla costa si odono lontani tuoni che, mano a mano che i minuti passano, si avvicinano sempre più al centro abitativo.

Nella zona centrale della città, ricca di alcuni grattacieli, la gente cammina a passo spedito, distratta da mille preoccupazioni e dalle importanti chiamate di lavoro. Mentre cammina, non si guarda nemmeno intorno, ormai abituata a vedere quotidianamente sempre lo stesso paesaggio e gli stessi dettagli. Almeno fino a quel giorno.

Appena passa ai piedi di uno dei grattacieli, ricoperto completamente da delle lastre di vetro riflettente, sente provenire dal suo interno dei insoliti rumori. Volge appena lo sguardo per poter capire cosa succede, ma quando scopre di non riuscire a vedere nulla a causa di quel vetro, alza le spalle e riprende a camminare, pensando che si tratti dei lavori di ristrutturazione in corso. Ma la realtà è diversa dalla fantasia.

In quello stesso momento un gruppo di guardie armate con fucili corre a passo spedito lungo un corridoio illuminato dell'edificio. Velocemente controlla ogni stanza del piano e, seguendo una leggera scia di sangue sulle pareti, raggiunge le scale di emergenza. Le guardie escono sul pianerottolo, guardano in alto, verso il rumore di altri passi, e vedono sparire dietro alla rampa di scale una camicia bianca strappata e macchiata di sangue. L'uomo a capo degli inseguitori fa il cenno agli altri di seguirlo e si precipitano a salire il più in fretta possibile. Raggiunto il piano successivo, a loro si aggiungono alcune delle altre guardie, mentre il restante rimane a pattugliare il piano assegnatoli.

Superano altri cinque piani quando notano che l'uomo inseguito, visibilmente stanco, rallenta. Uno degli uomini armati spara qualche colpo, ma sbaglia la mira, colpendo la ringhiera e scheggiando il muro in cemento armato. Imprecando per la frustrazione, scatta in avanti pensando di poterlo bloccare a terra. Ma appena fa qualche passo, si ritrova ai piedi una bomba senza la sicura che pochi attimi dopo esplode, accecando tutti i presenti.

-Cazzo! - Esclama il capo delle guardie strofinandosi gli occhi come gli altri. - Quello stronzo è riuscito a sfuggirci ancora!

-L'intero edificio è in allarme rosso. - Si aggiunge una delle guardie. - Ogni piano pullula di trappole e di fucili pronti a sparare. Non riuscirà a scappare.

-Ti stai dimenticando che è della Fondazione SCP. - Riprende il primo con rabbia. - Anche se è solo, riesce comunque a tenerci testa. Meglio non sottovalutarlo.

I soldati annuiscono quasi all'unisono e, dopo un paio di minuti di sparatorie ed altre esplosioni ai piani superiori, continuano a salire una volta recuperata la vista. Continuando a seguire le tracce di sangue e i segni di battaglia, salgono di altri sei piani. Con un calcio spalancano la porta ormai distrutta e annerita e tutte le guardie si riversano nel corridoio ricoperto di cadaveri di altre guardie e di alcuni impiegati.

-Dev'essere qua intorno. - Sussurra l'uomo in testa al gruppo. - Fate attenzione e controllate con cura ogni ufficio. Se si nasconde qui, lo staneremo e lo uccideremo come un cane.

Le guardie procedono con molta cautela lungo il corridoio. Si affacciano negli uffici tenendo il dito sempre pronto sul grilletto e con il puntatore laser acceso. Per terra vedono scrivanie rovesciate, fogli sparsi per terra e altre tracce di sangue. Il gruppo percorre tutto il corridoio, raggiungendo altra porta tagliafuoco. Completamente intatta rispetto a quella precedente e senza alcuna macchia rossa. Il capo del gruppo sta per attivare il proprio auricolare per comunicare l'assenza del fuggitivo, quando una delle guardie richiama la sua attenzione.

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