Capitolo 29 - Nuovi nemici

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"Tutto questo è ridicolo!" Colette esclamò, sbattendo un piede a terra quando il suo Patronus incorporeo apparve di nuovo, senza prendere alcuna forma.

"Continua a provare," dissi, trattenendo un sospiro. "Io ci ho messo mesi. Forse ti serve una vera situazione di vita o di morte."

Colette alzò gli occhi al cielo. Con la colomba di Albus che volava in aria, sapevo che le mie parole non stavano avendo molto effetto. Non le piaceva non riuscire a fare qualcosa che ad Albus veniva bene. Soprattutto quando conosceva a memoria la teoria dietro l'incantesimo. Come dicevo sempre, la teoria era inutile. La cosa importante era saper effettuare l'incantesimo, il che a volte era molto più difficile.

Anche Wren stava avendo problemi. Era un po' tesa da quando la madre le aveva mandato quella lettera qualche giorno prima, e davvero non mi aspettavo che facesse progressi oggi. Tuttavia, lei insistette. Continuavo a far correre il mio Patronus attorno a lei, facendo finta di niente.

Guardai il mio orologio. Eravamo lì sopra da due ore, senza fare grandi progressi. A breve sarebbe stata ora di cena. "Forse dovremmo smetterla per oggi," suggerii con nonschalance.

"No," Wren rispose quasi subito. "Non ancora."

"Puoi sempre riprovarci dom-"

"Shh." Wren chiuse gli occhi, respirando profondamente. Questo non lo aveva mai fatto, quindi mi zittii, non sapendo cosa stesse per fare.

"Expecto Patronum," disse a bassa voce. Io sospirai tra me e me - non sarebbe mai stato abbastanza potente - e iniziai a girarmi.

Un bagliore si accese dietro di me, più potente di quello di un Patronus incorporeo. Guardai Albus, che stava fissando qualcosa dietro di me con un sorriso sorpreso. Lentamente, mi girai di nuovo.

Wren si era inginocchiata, e fissava con gioia la creaturina lucente di fronte a sé. Un agnello. Lo fece camminare un po', vedendo cosa sapeva fare, poi mi guardò con un rarissimo sorriso enorme in volto.

Mi inginocchiai di fianco a lei. "Ce l'hai fatta! Come... Cosa hai fatto di diverso?"

Wren scosse la testa. "Non vorrei che portasse sfortuna." 

"Cosa?" Albus sembrava terrorizzato.

Wren gli sorrise. "Scusa, è un modo di dire dei no-mag... Cioè, dei Babbani."

"Ottimo lavoro, Wren," Colette disse, sospirando.

Guardammo il suo Patronus per qualche altro minuto, poi scendemmo a mangiare. Colette mi stava spiegando che la teoria della Smaterializzazione sembrava molto più semplice dell'Incanto Patronus, ma io la stavo ascoltando con un orecchio solo. Il resto di me si chiedeva a cosa avesse pensato Wren. Ovviamente era più determinata della volta precedente. Questo si notava. Ma l'incantesimo l'aveva appena sussurrato. Qualunque ricordo avesse scelto, doveva essere bello potente.

Eravamo a metà Aprile, e non mi stupii di non trovare Marcus in Sala Grande. Aveva iniziato a studiare durante le pause per i pasti, così come tanti del quinto anno (persino James, il che la dice lunga sull'importanza dei G.U.F.O.). Gli preparai un piatto. Prima o poi gli sarebbe venuta fame.

Françoise ed Amélie si unirono a noi, e Albus dovette smetterla di chiacchierare sui Patronus. Le gemelle non se ne accorsero, ovviamente, e subito riempirono il tavolo con le chiacchiere loro.

"Dovrebbero sposarsi,"  Françoise disse, facendo segno con la testa in direzione del tavolo di Serpeverde, dove suo fratello era seduto vicino a Faith.

"E' molto più dolsce e gentile dell'altra," Amélie concordò. "La voglio come sorella."

"Stanno davvero pensando di sposarsi?" Albus chiese.

Champions - Star of Gryffindor libro 4 - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora