Capitolo 19 - Spionaggio e segreti

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Lacy a malapena ci fece uscire dal dormitorio il giorno dopo. Dopo essere scesa a colazione e dopo aver aperto i regali di Natale con Albus, insistette a rimanere di sopra per lavorare, facendo solo una piccola pausa pranzo. E che lavoro che fece. Non so se avesse usato la magia o no, ma il prodotto finito era strabiliante. Quasi non mi riconobbi.

I miei capelli biondo sporco, solitamente piatti, erano impilati sulla mia testa, e non capii se era solo un effetto di luce, oppure se Lacy in qualche modo li avesse fatti scintillare. Il mio vestito era stupendo, e volteggiava quando facevo una piroetta (il che mi fece girare ancora di più, finché non persi l'equilibrio e cadi su Iris, e Lacy mi fece sedere, così da non rovinare il suo "capolavoro").

Non avrei mai pensato di essere così emozionata per un ballo, ma mentre Lacy spingeva a forza Colette su una sedia per sistemare i capelli anche a lei, sentii le farfalle nello stomaco. Mi piaceva ballare, grazie a Marcus. Non ritengo di essere il tipo di ragazza che pensa solo a ragazzi e vestiti e capelli, ma quel pomeriggio lo feci, e devo ammettere che fu divertente.

Lacy insistette che era meglio farsi attendere, e anche se non riuscì a impedire a Colette di sgusciare fuori dalla porta alle 6:30, molto prima dell'inizio del ballo, riuscì a trattenere tutte noi fino alle 7:55, tra risatine emozionate.

"Un po' mi dispiace di aver detto sì ad Henry," Lacy disse, sospirando e piombando sul suo letto. "Avrei dovuto aspettare; c'era un ragazzo di Beauxbatons che ieri sera continuava a sbirciare verso di me."

"Henry non è tanto male," Iris disse. "Okay, non sa ballare, ma almeno sa che non gli piaci, e non farà storie se vuoi ballare con altri."

"Facile dirlo per te," Lacy disse, riprendendosi. "Oh, devi raccontarci come va con Eric! Ovviamente, vi lascerò soli."

Iris sbatté gli occhi. "Um... Non penso che faremo nulla di strettamente privato..."

"Certo che no, avete quattordici anni," dissi, alzando gli occhi al cielo.

"Non intendevo quello! Intendevo conversazione e roba simile," Lacy disse, scuotendo la testa. "Quello sarebbe scandaloso."

"Possiamo andare ora?" Wren chiese. Guardava l'orologio, silenziosa come sempre. "Non voglio arrivare in ritardo..."

"Non possono iniziare senza Astra," Lacy disse tranquilla. "E poi, preferisci scendere ora e farti guardare da tutti, o essere in mezzo agli altri?"

"No," Wren disse. "Le persone mi fissano già abbastanza."

Lacy sbirciò verso di me. "Um... Direi che tra cinque minuti andrà bene."

E così scendemmo. La sala comune era vuota, ad eccezione dei più piccoli. Le ragazze ci guardarono con desiderio quando passammo. Catturai lo sguardo di Elcie e sorrisi, e lei ricambiò e mimò con la bocca, Non inciampare!

Gli studenti stavano già entrando in sala quando scendemmo le scale, ma Lacy fu accolta da parecchi sussulti e un sacco di sguardi. Strinsi la mano di Wren mentre scendevamo, e lei mi rivolse un debole sorriso.

"Astra, dove sei stata?" Il professor Paciock venne da noi appena scendemmo le scale. Sembrava a disagio, e mi chiesi per quale motivo avessero dato a lui l'incarico di raccogliere i campioni, come evidentemente era avvenuto.

"Mi dispiace, professore," dissi, sbirciando verso Lacy. "Siamo state trattenute..."

"Beh, almeno ora sei qui. I campioni devono aspettare lì mentre tutti gli altri entrano." Indicò verso le porte. Raccolti da un lato c'erano Étienne, Faith, Kirsten, e Matthew Hopkins, il Caposcuola.

Mi girai per salutare le mie amiche, ma Lacy ed Iris erano già svanite. Wren si era alzata sulle punte, cercando di vedere oltre la massa di gente. "Vedi Albus da qualche parte?"

Champions - Star of Gryffindor libro 4 - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora