Capitolo 3 - Il processo

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Il mattino dopo, mi svegliai all'alba. Beh, "Svegliai" è un po' un parolone, perché non credevo di aver dormito per più di qualche minuto. Tuttavia, ero troppo nervosa per essere stanca. Scesi in cucina, con lo stomaco che sembrava nel bel mezzo di una gara di ginnastica artistica. Ce ne saremmo andati solo dopo pranzo, e sarebbe stata dura aspettare.

Passai la mattina con Albus, che non aveva molta voglia di fare nulla. Giocammo a scacchi dei maghi, ed un bambino di cinque anni avrebbe potuto battere entrambi, ma non me ne importava molto. Qualunque cosa pur di far passare più velocemente quelle lunghe ore.

Quando Albus ed io scendemmo finalmente in cucina, James e il signor Potter erano già lì, intenti a fissare i loro piatti.

"Beh, vi conviene mangiare," disse il signor Potter, alzandosi e portando il suo piatto ancora pieno verso il lavandino. "Sarà una giornata lunga."

Mi sedetti e presi il mio piatto, ma non riuscii a mandare giù neanche un boccone. Avevo paura che mi venisse la nausea. Ed era strano, perché pensavo che sarei stata felice di rivedere Wren. Ovviamente, mai avrei pensato di rivederla per la prima volta in un tribunale.

Dopo circa dieci minuti di me e James che non mangiammo nemmeno una briciola, e di Albus che ci guardava abbattuto, il signor Potter sospirò. "Va bene. Siete pronti?"

Annuii. James disse, "Sì," e si alzò per prendere la Metropolvere.

"Vi siederete con Ron e Rose," disse il Signor Potter mentre prendeva la sua valigia. Si fermò, poi sospirò. "Per favore, potreste assicurarvi che Rose non rimanga troppo sconvolta? Hermione ha detto che non si sentiva molto bene."

"Meno male che veniamo anche noi, allora," dissi a bassa voce.

"Sì, la aiuteremo."

"Ottimo. Beh, andiamo."

"Ciao," Albus ci salutò dal camino. Sorrisi leggermente e lo salutai.

James ed io prendemmo una manciata di polvere a testa, la buttammo nel camino, ed urlammo, "Ministero della Magia!" Pochi secondi dopo, tutti e tre arrivammo in una gigantesca sala, diversa da qualunque cosa avessi mai visto.

File di camini percorrevano i muri, e maghi e streghe apparivano dappertutto. Il signor Potter ci tirò subito via, mentre una strega vestita di blu scuro apparve dietro di noi e corse via senza degnarci di uno sguardo. Sul muro opposto, brevi file di maghi e streghe si formavano di fronte a ciascun camino, mentre la gente se ne andava.

Il signor Potter ci condusse verso una grossa fontana. Era decorata con sei statue d'oro raffiguranti varie persone. Piccoli getti d'acqua fuoriuscivano dalle loro bacchette, e quando ci avvicinammo, sussultai. Uno di loro doveva essere il signor Potter. La cicatrice a forma di fulmine era evidente sul suo volto. La ragazza al suo fianco e leggermente dietro di lui, con la bacchetta in posa difensiva, sembrava una versione molto più giovane della signora Potter.

"Già, sono mamma e papà," James sussurrò mentre passavamo. "E zia Hermione e zio Ron..." Indicò altre due statue, "E zi- cioè, il professor Paciock, e zia- Beh, Luna Scamander."

"Che ci fanno qui le loro statue?"

"Sono stati condottieri durante la battaglia di Hogwarts, ovviamente. Mentre papà e zio Ron e zia Hermione erano in viaggio alla ricerca degli Horcrux, mamma e gli altri si sono ribellati contro i Mangiamorte a scuola. Si sono rivoltati contro Voldemort quando tutti gli altri si erano già arresi."

Eravamo diretti verso un paio di grossi cancelli dorati all'estremità della stanza. Nella folla distinsi alcuni dei miei compagni di scuola. Anche loro lì per il processo, intuii. Quasi tutti sembravano nervosi. Per forza, avrebbero testimoniato di fronte al Wizengamot. Lacy e Leah Macmillian, il fratello maggiore di Iris Brown, Elias, poi Clarissa Rogers, Trilia Bones... Certo che erano nervosi. Non potevo nemmeno immaginare a cosa stessero pensando.

Champions - Star of Gryffindor libro 4 - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora