Ordinammo un paio di succulenti cheeseburger con patatine al formaggio e due birre chiare. Tra un boccone e l’altro, mi congratulai con lui per la performance sul palco e lo spronai a continuare, sebbene suo padre non volesse. Era bravo, aveva un gran talento, e non poteva e non doveva permettere ad un vecchio stacanovista di rovinare il suo sogno di diventare un attore di teatro.

« Credi davvero che io sia così bravo? » mi chiese teneramente lui, incredulo.

« Lou’ sei grandioso, lo giuro. Sai che non te lo direi, se non fosse vero. », lo rassicurai. « E tuo padre dovrebbe vederti mentre ti esibisci prima di giudicarti. »

« Prima o poi troverò il coraggio di parlargli », sospirò fra sé e sé con una strana luce negli occhi, « prima o poi mi aprirò e dirò a tutti la verità… »

Seguirono un paio di secondi di silenzio, secondi nei quali mandai giù in un sorso tutta la mia birra, riflettendo su quanto avesse detto. Sembrava quasi che ci fosse più di una cosa che dovesse confessare e non solo al padre.

« Allora, dimmi un po’, Harry. Come va con quella donna? »

« Male, ma ancora per poco. »

« In che senso? Che significa “male, ma ancora per poco”? »

« Ci eravamo appena rivisti, quando ho rovinato tutto baciandola. »

« L’hai baciata? », fece lui con un inaspettato tono amareggiato, un tono che era solito fare quando veniva ferito.

« Sì. » confermai io, spiazzato. « Ma ho sbagliato, perché l’ho spaventata. Ora, però, rimedierò affinché quel bacio da errore si trasformi in un punto d’inizio, capisci? »

« Ma non é spostata? », mi chiese lui con lo stesso tono da cucciolo di cane abbandonato.

« Sì e allora? »

« Allora perché mai vuoi rovinare una famiglia, Harry? Ha delle figlie, giusto? A loro non pensi? »

Silenzio.

Louis mi lasciò senza parole. Aveva ragione: perché mai volevo rovinare la sua famiglia, che, per giunta, pareva essere tanto felice?

Fino a quel momento non avevo pensato a questo aspetto, al fatto di sfasciare un nucleo familiare, qualora fossi riuscito a conquistare Victoria. Non era giusto.

« Io la amo », sospirai. « La amo davvero. »

« L’ami, Harry? » Silenzio. « É la prima volta che parli di “a-a-amore”. »

« Questo perché é la prima volta che mi sento così… », mormorai io, « Mi sono innamorato, Lou’. Dico sul serio. »

Silenzio.

Louis aveva uno sguardo vitreo; sembrava che il mondo gli fosse caduto addosso ed io proprio non riuscivo a capire il motivo per il quale questa fosse la sua reazione. Da amico sarebbe dovuto essere contento di sapere che io nutrivo certi sentimenti per qualcuno. Io, almeno, lo sarei stato al posto suo, lo sarei stato realmente.

« Ma hai ragione tu: non ho il diritto né, tantomeno, il coraggio di privare due bambine di una famiglia. Non sono un mostro… »

Quella sera tornammo nel loft presto, entrambi taciturni. Salito a casa, mi feci una doccia velocemente e poi mi coricai a letto, inquieto, con un forte mal di testa ed una grande mole di pensieri.

Ero stato egoista e crudele nel desiderare, anche se inconsapevolmente, l’infelicità di qualcuno. E, seppure continuassi ad amare Victoria perdutamente, era ora di cambiare. Non potevo e non volevo essere un mostro. Durante quella notte, quindi, mi convinsi di abbandonare il piano e di permettere a lei ed alla sua famiglia di vivere serenamente; avrei, dunque, organizzato la mostra senza crearle altri problemi e dopo avrei continuato la mia vita, fingendo di non averla mai incontrata, perché, in fondo, era giusto così.

Amami, ti prego {Harry Styles & Larry Stylinson AU}Where stories live. Discover now