14. Forse, Potter, forse.

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In foto, una giovane Minerva McGranitt

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In foto, una giovane Minerva McGranitt

"Arriverà il giorno in cui quell'uomo sarà puntuale?" chiese Alice, sbuffando e tenendosi la testa con la mano, il gomito poggiato sul tavolo. Frank ridacchiò dietro di lei, seduto scomposto e allungato sulla sedia.

"Amore, dopo sette anni ancora ci speri?"

Marlene rise, stiracchiandosi le braccia dietro la schiena. Non era una novità che Ruff fosse sempre, perennemente in ritardo. Le sue lezioni vincevano da sempre il premio per essere le più noiose in assoluto e il professore, un vecchio bisbetico dalla memoria eccellente solo per la storia, non contribuiva di certo ad alzare il livello di attenzione degli studenti, ai minimi storici. Sirius le tirò leggermente la punta dei capelli legati, allungato sul banco. Marlene, ormai, non ci faceva quasi più caso, abituata ad essere il suo passatempo preferito, come se le mani del ragazzo fossero una parte integrante della sua chioma. James, in fondo all'aula, parlava concitato con Remus, a bassa voce. Non era strano vedere i malandrini scambiarsi di posto a ogni lezione, alternandosi per poter parlare tra di loro o aiutarsi. A Erbologia, ad esempio, Frank sedeva sempre vicino a Peter e Sirius, i più lenti nell'apprendimento della materia. James sedeva in posizione centrale a Trasfigurazione, così da poter esser osservato meglio dai compagni, con Remus, leggermente calante nella materia, alla sua destra e il posto alla sinistra occupato recentemente da Emmeline, che si era vista alzare notevolmente la media da una sorpresa e orgogliosa Minerva McGranitt. A Pozioni Lily tendeva a stare seduta al primo banco, prediletta del professore, con Emmeline alle spalle per cercare di aiutarla il più possibile. Era un ricambio continuo, nato spontaneamente dalla necessità e volontà di aiutarsi tutti e non lasciare nessuno troppo indietro. L'unica lezione in cui non importava particolarmente il posto, era proprio Storia della Magia. Il Professor Ruff faceva fatica a vedere a pochi centimetri del proprio naso –o, semplicemente, decideva di ignorare sbadigli e teste addormentate sui banchi. Nessuno era mai stato ripreso per la mancanza di concentrazione e persino chi si beccava il primo banco non esitava a ignorare la lezione e riposare per le successive.

Quello fu, probabilmente, l'unico giorno in cui l'intera scuola prestò attenzione al Professore. Persino Sirius, che riceveva lezioni sulla storia della magia da quando era in fasce, alzò la testa di scatto, la bocca spalancata. Il professore entrò in classe e chiuse con un incantesimo non verbale la porta, come era solito fare. Passò velocemente nello spazio tra i banchi per dirigersi alla cattedra, si girò lì davanti e li guardò tutti, le braccia incrociate dietro la schiena.

"Tutti presenti? Bene. Oggi parleremo della rivolta delle Sirene del 1895"

I ragazzi, ormai svegli e vigili, alternavano lo sguardo dai loro stessi volti pallidi e quello del professore. James alzò piano una mano, attirando l'attenzione.

"Ehm, Professore?"

"Dimmi, Jotter"

"Sta... sta bene?"

Hurts Like Hell | JilyWhere stories live. Discover now