Capitolo 8

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Erano passati un paio di giorni da quel giorno. Erano passati alcuni giorni da quando mi ero traferito, finalmente, nell'appartamento che stavo aspettando che arredassero. Ed era anche qualche giorno che non andavo a scuola, troppo tramautizzato per farlo. Avevo perso la cognizione del tempo. La notte continuavo a sognare Harry uccidere prima i miei amici, seppur pochi, e poi me.

Passavo le giornate seduto sul divano a fissare la parete davanti a me. Non mi azzardavo neanche di guardare la mia serie TV preferita. Ne avevo avuto abbastanza di violenza e uccisioni. Avrei preferito guardare unicorni e arcabaleni tutto il giorno. Anche se il silenzio mi rilassava, stavo impazzendo piano piano. Presi il mio iPod e lo accesi. Avevo bisogno di ascoltare qualcosa. Feci partire la prima canzone che trovai.

We were young and drinking in the park

There was nowhere else to go

And you said you always had my back

Oh but how were we to know

That these are the days that bind you together, forever

And these little things define you forever, forever

All this bad blood here, won't you let it dry?

It's been cold for years, won't you let it lie?

If we're only ever looking back

We will drive ourselves insane

As the friendship goes resentment grows

We will walk our different ways

But those are the days that bind us together, forever

And those little things define us forever, forever

All this bad blood here, won't you let it dry?

It's been cold for years, won't you let it lie?

And I don't wanna hear about the bad blood anymore

I don't wanna hear you talk about it anymore

I don't wanna hear about the bad blood anymore

I don't wanna hear you talk about it anymore

All this bad blood here, won't you let it dry?

It's been cold for years, won't you let it lie?

Quando finì la canzone mi tolsi velocemente le cuffie. 'Adesso anche le canzoni di Bastille mi ricordano lui?' mi chiesi. Rinunciai cosi anche quel giorno, ad ascoltare qualcosa che non fosse il mio respiro. Avevo spento il cellulare da un po, e non mi azzardavo a riaccenderlo, sapendo che mi aspettavano messaggi su messaggi e infinite chiamate perse. Sopratutto da Liam.

Mi alzai in piedi e andai a prepararmi una spremuta d'arancia. Mentre stavo versando il liquido qualcuno suonò al campanello, facendomi sobbalzare.

"LOUIS!" Urlò qualcuno da fuori, bussando violentemente. Io restai in religioso silenzio, paralizzato. "Apri questa cazzo di porta! So che sei qui dentro!" Urlò di nuovo, e riconobbi a chi apparteneva quella voce. Rabbrividì.

"Non posso aprirti" sussurrai, sicuro che non potesse sentirmi.

"Si che puoi, Louis siamo preoccupati" Rispose. 'Come ha fatto a sentirmi?'

Mi avvicinai piano alla porta, dove mi bloccai per secondi che sembravano minuti, o addirittura, ore. Prendendo un respiro profondo aprì piano la porta, che lasciai accostata per via della catenella, che legava la porta allo stipide. "Harry" sussurrai guardandolo dalla fessura.

Panic (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora