Processo

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"Gentili passeggeri, vi avvisiamo che potrebbero verificarsi delle leggere turbolenze. Vi invitiamo a mantenere la calma e rimanere seduti ai propri posti"; appena dopo l'annuncio del comandante, Harry guardò fuori dal finestrino e vide nuvole, solo un'enorme massa di nuvole grigie e cariche di pioggia, poi l'aereo tremò ed il ragazzo sobbalzò appena, richiuse il tavolino e si appoggiò meglio contro lo schienale; non amava volare, ma era molto più comodo farlo in un jet di lusso, rispetto che su un aereo di linea, circondato da persone: il bambino del sedile davanti a lui continuava a piangere, il suo vicino russava e dietro di lui c'era qualcuno che muoveva continuamente il suo sedile.
Il volo Dublino-Londra durava solo un'ora e mezza, eppure sentiva di stare per impazzire; oltre a star viaggiando in una situazione insopportabile, era nervoso da morire all'idea di rivedere Louis e, soprattutto, a quella del processo: Harry si era preparato un discorso niente male, ma sapeva che non avrebbe ricordato assolutamente nulla; il ragazzo non faceva che immaginarsi Louis davanti ad un giudice, ed aveva il fottuto terrore di quello che avrebbe potuto dire, conoscendo il suo carattere. Harry provò a rilassarsi e chiuse gli occhi, sperando che il tempo passasse il più velocemente possibile, perché aveva un dannato bisogno di rivedere Louis al più presto.

Dopo quella che parve un'infinità di ore dopo, Harry uscì dall'aeroporto di Londra con il borsone su una spalla, diretto verso i taxi; quando salì su uno di essi, il proprietario lo guardò stranito dallo specchietto, squadrando il suo abbigliamento: "Vuoi sul serio prendere un taxi, o è uno scherzo?" disse l'uomo, continuando a guardarlo; Harry si scostò i capelli dal viso e lo guardò a sua volta: "Voglio davvero prenderlo, direi" "Destinazione?" "Il carcere cittadino, grazie" disse il ragazzo, togliendosi il cappello e posandolo accanto a se sul sedile, sporgendosi poi verso i posti anteriori quando non sentì mettere in moto l'auto: "Beh?" chiese, vagamente nervoso; solo allora l'autista si decise ad accendere il motore: "Scusa, è che.. non sembri un che può avere qualcuno in quel carcere" disse l'uomo, e Harry si limitò ad alzare le spalle e: "Sono pieno di sorprese" sussurrò, per poi sistemarsi meglio sui sedili posteriori, mentre il taxi partiva verso la sua destinazione.
*
Louis camminava nervosamente avanti ed indietro per la stanza, facendo saltare i nervi al suo avvocato: "Sarebbe dovuto essere già qui!" disse per la centesima volta, facendo sbuffare il ragazzo: "Ti assicuro che suo padre non ha fatto abbattere l'aereo, un tornado non l'ha abbattuto e nessuna tormenta di neve ha impedito la partenza" disse, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Louis.
fortunatamente per l'avvocato, un agente entrò in quel preciso sitante nella stanza: "Louis, una visita per te" disse, per poi uscire e lasciare entrare al suo posto un ragazzo alto, riccio, con un cappello a tesa larga calcato in testa; a nulla valse il: "Mi raccomando, bisogna mantenere le distanze" borbottato dall'agente, perché nello stesso istante in cui Harry mise il primo piede nella stanza, Louis gli si fiondò addosso, aggrappandosi a lui come una specie di koala; Harry lo circondò con le braccia, stringendolo talmente forte che per un secondo temette di mozzargli il fiato, ma non riuscì ad allentare la presa perché dopo quasi due mesi, finalmente riabbracciava il ragazzo che amava; passò un'infinità di tempo, o forse solo qualche minuto, prima che i due si separassero; Louis rimase davanti ad Harry, in punta di piedi, le mani intrecciate dietro il suo collo; Harry mise le mani sui fianchi de ragazzo, e lo fissò negli occhi, trovandolo ancora più belo di quando l'aveva lasciato: "Sei bellissimo" si trovò a sussurrare involontariamente, arrossendo lievemente appena se ne rese conto: "Anche tu, damerino -rispose Louis, spiazzando il ragazzo- ma hai i capelli ancora più da femmina" aggiunse facendo scoppiare a ridere e piangere Harry allo stesso tempo, che lo tirò a se e lo baciò dolcemente.
Quello fu il bacio più bello che qualunque storia potrà mai raccontare, meglio di quello del principe a Biancaneve, di Jack e Rose, di Spiderman e Mary Jane, anche meglio di quello nella famosa foto in cui un marinaio bacia una ragazza... Non ci furono e non ci saranno mai paragoni per quel bacio, il bacio di due innamorati costretti a stare lontani per tanto, troppo tempo, e che infine si erano ritrovati. Quando si divisero, per Harry fu come se la vita avesse finalmente ricominciato ad avere un senso e Louis... Beh, Louis si sentì libero nonostante la divisa, le sbarre e gli agenti.
Dopo una ventina di minuti, quando ebbero finito di parlare velocemente tra di loro, si ritrovarono seduti al tavolo con l'avvocato: "Il punto è semplice, Harry: porta tutti gli episodi che ti vengono in mente, e rendi il più possibile convincente il discorso.. Devi stare tranquillo, se sembrerai agitato l'avvocato dei tuoi genitori dirà certamente che sei stato minacciato, ne sono abbastanza certo" disse serio, ed Harry si limitò ad annuire, stringendo con forza la mano di Louis sotto il tavolo.
*
Niall camminava insieme ad Elisabeth, stringendole la mano e cercando di capire dove fossero diretti; la ragazza gli aveva solo detto che dovevano parlare, e non sembrava affatto tranquilla, motivo per cui Niall stava cadendo in ansia, come se non lo fosse già abbastanza per il processo di Louis.
Elisabeth svoltò in un vicolo e si fermò, guardandosi intorno, mentre Niall la fissò perplesso: "No, ma sei seria? Cioè non potevamo rimanere nella mia baracca?" chiese accigliato, e lei scosse la testa: "Avevo bisogno di camminare un po', scusami" disse distrattamente; Niall sospirò e annuì: "Allora, che succede?" le chiese, cercando di nascondere l'ansia: "Stavo pensando ad un modo carino per dirtelo, Ni -sussurrò lei, tenendo lo sguardo basso per non far vedere le lacrime che stavano spuntando nei suoi occhi- ma credo non esista, quindi... Mi sposo" disse tutto d'un fiato, facendo scoppiare istericamente a ridere Niall:"Come, scusa?" "Mi sposo, Niall -disse lei, alzando finalmente gli occhi verso di lui, con le guance rigate dalle lacrime- George ha chiesto a mio padre la mia mano, manco fossimo nel medioevo di merda" concluse singhiozzando e mettendo istintivamente una mano sulla pancia; Niall rimase immobile un paio di secondi, poi la tirò a se e la strinse forte a se: "Ce ne andremo prima... Louis ha il processo tra due giorni, e poi possiamo andare in Irlanda" sussurrò, ma la ragazza scosse la testa: "Non credo vorrai ancora stare con me, Ni" "Scherzi, vero? Ok, forse non sono un mago delle relazioni ma.. io sono innamorato di te, ok? E ora che ho ritrovato i miei genitori, possiamo andare da loro.. Tu gli piaci! Insomma, si, ecco ci hai fatto rincontrare, quindi.." "Niall, sono incinta" lo interruppe bruscamente Elisabeth, guardandolo negli occhi; Niall ci mise un paio di minuti a metabolizzare la cosa, poi riuscì a balbettare un: "Di...chi?" che fece piagnucolare la ragazza: "Di Harry... Ni, di chi secondo te?" Disse quasi disperata, e solo allora il ragazzo si riscosse: sarebbe diventato padre. Niall allungò timidamente la mano verso la pancia della ragazza, per poi poggiarvela sopra: "Da quanto?" "Un mese e mezzo, ormai" rispose lei, mettendo la mano sulla sua e guardandolo nervosamente; Niall annuì, troppo sconvolto per riuscire a parlare, e mentre continuava a tenere la mano sul ventre della ragazza seppe per certo una cosa: quel bambino sarebbe cresciuto insieme a loro, e non gli importava quanti problemi si sarebbero creati, quanti soldi sarebbero serviti e quante responsabilità sarebbero nate... No, a lui importava solo che quel bambino, il suo bambino, avesse una famiglia vera.
*
"Haz... svegliati, Haz..." Zayn scosse leggermente la spalla del ragazzo, che borbottò qualcosa di apparentemente insensato: "Harry, c'è il processo" disse il moro, e Harry scattò seduto all'improvviso; quando riuscì a mettere a fuoco, ricordò di trovarsi nella stanza degli ospiti a casa di Zayn, poi vide il completo scuro adagiato sulla sedia e rotolò giù dal letto, scattando in piedi: "Il processo! -disse quasi gridando-Zayn, perché non mi hai svegliato?" domandò guardando il ragazzo, che si limitò a scuotere la testa, sbuffando.
Dopo essersi lavato, vestito e aver cercato inutilmente di mangiare qualcosa, Harry salì nella limousine con Zayn e Liam, diretto al tribunale. Non appena arrivarono a destinazione, Harry entrò da un ingresso secondario, salutando gli altri due che sarebbero stati presenti come pubblico in aula; il ragazzo sgattaiolò tra i corridoi e spalancò la porta con scritto "accusa", trovandosi al suo interno Louis ed il suo avocato: "Harry! Sei pronto?" chiese il ragazzo, e lui annuì, per poi baciare Louis, accarezzandogli il viso: "Ti prego, non fare cazzate - sussurrò sistemandogli il nodo della cravatta- lascia parlare l'avvocato, e me" concluse, scostandogli i capelli dal viso e baciandolo di nuovo: "Andrà tutto bene, damerino" disse Louis sorridendo, poi un agente entrò nella stanza ed annunciò che si poteva iniziare; Harry guardò il suo ragazzo allontanarsi, e sentì dalla stanza il campanello che annunciava l'arrivo del giudice: solo allora uscì a sua volta, si diresse davanti alla porta socchiusa dalla quale avrebbe fatto il suo ingresso in aula.
Dopo un paio di frasi complicate, il processo iniziò: "Processo a carico di Louis.. - il giudice fece una pausa, probabilmente cercando un cognome, poi riprese- Louis, sott'accusa di pestaggio e violenze da parte del signor Styles... Come si dichiara, imputato?" domandò, guardando Louis: "Innocente" disse tranquillamente il ragazzo: "Innocente, vostro onore" sottolineò il giudice: "Oh no, non c'è bisogno di chiamarmi vostro onore, davvero!" disse Louis ridacchiando, ed Harry si ripromise mentalmente di ammazzarlo una volta finito quel dannato processo.
Il primo chiamato a deporre, ovviamente, fu il signor Styles, il cui avvocato disse una marea di cazzate sulle cose che Louis avrebbe fatto ad Harry, il quale cercava di trovare un pensiero che gli impedisse di entrare in aula e spaccare la faccia a suo padre; quando terminò la lista, il giudice lo ringraziò, poi si voltò verso Louis ed il suo avvocato: "Avvocato, cosa dice in merito alle accuse rivolte al suo cliente?" "Calunnie, vostro onore! -Disse il ragazzo, alzandosi- tra i due ragazzi era solamente presente una storia d'amore.." "E' una bugia, signor giudice!" Lo interruppe il padre di Harry, ma il giudice picchiò con il martelletto sulla cattedra, ristabilendo l'ordine: "Silenzio in aula! Parla la difesa!" disse con tono imperioso, e rivolse nuovamente lo sguardo verso il banco dell'imputato: "Avete testimoni per la vostra affermazione, oltre al vostro assistito?" "Si, vostro onore" disse l'avvocato, ed il giudice annuì: "Prego, si proceda a far entrare il testimone" Harry prese un respiro profondo, osservò Louis, vide lo sguardo confuso di suo padre, poi sentì: "Chiamo a testimoniare il diretto interessato della causa, vostro onore, Harry Edward Styles."
Harry entrò camminando come un automa e raggiunse la sedia vuota accanto all'avvocato di Louis, guardò nervosamente verso suo padre, poi fissò il giudice: "Signor... Signorino Styles.. Ha sentito le accuse mosse verso il qui presente signor Louis?" "Si, vostro onore" disse lui, cercando di non sorridere al sentir chiamare Louis "signore" e fissando senza timore l'uomo davanti a se: "E cosa ha da dire in merito?". Eccola, la domanda che aveva temuto più di tutte: era il suo momento, il momento per dire a tutti la verità, per dire che l'unico male che gli aveva fatto Louis era quello delle prime volte...Ok, no, non avrebbe detto davvero quello, ma a grandi linee.. Harry si riscosse dai suoi pensieri e si sistemò la cravatta: "Calunnie, vostro onore -disse quasi bisbigliando, poi si fece più sicuro di se e fissò il giudice- io e Lo.. L'imputato, abbiamo una relazione, nella quale non è mai stato presente il minimo segno di violenza" "Vostro onore, mi permetta! -Intervenne l'avvocato del padre di Harry, estraendo delle foto da una cartelletta- vorrei mostrarle alcune foto di evidenti lividi sul corpo del ragazzo" aggiunse, passando i documenti al giudice, che li scrutò interessato, per poi voltarli verso Harry: "Come giustifica questi segni, signorino Styles?"; Harry si avvicinò alla cattedra del giudice, poi arrossì visibilmente: "Non credo esista un termine scientifico per descriverli, signor giudice... trattasi di succhiotti" concluse, sentendo Louis scoppiare a ridere alle sue spalle; il giudice restituì le foto all'avvocato, ed Harry capì che era arrivato il suo momento: "Vostro onore, sono stato chiamato a testimoniare in difesa del mio ragazzo, ed è quello che farò. Io e Louis abbiamo iniziato la nostra relazione parecchi mesi fa, ormai, e non è sempre stata sana... Ci sono stati litigi, alti e bassi, cose che accadono in ogni comune coppia; perché è questo quello che siamo: una coppia di ragazzi che si amano, e le posso giurare su uno qualunque di quei libroni che noto alle sue spalle, signor giudice, che Louis non ha mai alzato un dito su di me se non per farmi una carezza. Ma mio padre, lui non ha accettato questa cosa: forse l'ha scoperta nel modo sbagliato, gliene do atto, ma so che non avrebbe mai apprezzato il mio essere quello che sono, e tanto meno il voler vivere una relazione con un ragazzo del quartiere povero -disse, per poi girarsi verso suo padre- ma non per questo, io lascerò che questo ragazzo marcisca in prigione per un crimine che non solo non ha compiuto, ma non si sognerebbe mai di compiere". Harry concluse così il suo discorso, sentì un fischio ammirato partire dal pubblico e fu praticamente certo che provenisse da Zayn; cercò di non sorridere ne arrossire, e si limitò a girarsi per guardare Louis con la coda dell'occhio; in quel preciso momento, il giudice si alzò: "La giuria si ritira" Disse, poui uscì dalla stanza insieme ai membri della giuria.

Different worlds || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora