Capitolo 1

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27 Giugno 2018

Prima parte:

Il sole iniziava a fare capolino nel cielo, Harry riusciva a scorgerlo senza alcuna difficoltà anche dal sedile posteriore della macchina in movimento, segno che la giornata sarebbe stata caratterizzata da tiepide temperature e magari da un cielo limpido.
Continuava a stupirsi di quanto il tempo fosse diventato beffardo nella sua Inghilterra da quando l'aveva lasciata ormai tre anni prima per trasferirsi a tempo pieno nella più assolata e lontana LA.
E pensare che tra le scuse che amava elencare in merito al suo trasferimento immediato, c'era proprio quella del tempo e delle temperature.
Evidentemente, quando aveva preso quell'aereo diretto a Los Angeles con gli occhi pieni di lacrime ed il cuore ricoperto di pezzi di vetro, oltre ad un bagaglio colmo del suo dolore doveva essersi portato con se anche le nuvole  ed il grigio. Non che gli importasse più di tanto, onestamente.

Aveva convinto se stesso che il tempo e la distanza avrebbero sistemato ogni cosa, aveva fermamente dato la colpa del suo dolore alla quotidiana presenza di Lui  in ogni gesto, in ogni luogo, in ogni pensiero. Allontanarsi lo avrebbe aiutato a costruire una nuova vita fatta di abitudini, persone e scenari nuovi.

Non avrebbe più dovuto camminare nella cucina dove avevano cucinato insieme per la prima volta, non avrebbe più abbassato la testa istintivamente entrando in casa alla ricerca delle sue scarpe abbandonate alla buona. Non avrebbe più dovuto preoccuparsi di avere sempre del tea nel mobile della colazione. Non si sarebbe sentito trafiggere il petto guardando ogni superficie di quella casa che li aveva visti complici, amanti, felici. Anche se per un tempo effimero.

Vendere quell'appartamento a Princess Park Manor in cui tutto era iniziato, che si era affrettato a comprare con i primi guadagni e che infine lo aveva accolto solo e con il cuore spezzato in mille pezzi, gli era sembrata decisamente la scelta più saggia.

Almeno fino al giorno in cui decise di rispondere in maniera affermativa all'invito di matrimonio dei suoi ex compagni di band Liam e Zayn.

Nell'esatto istante in cui aveva trovato la loro partecipazione di matrimonio sul piano della sua cucina di LA, era stato assalito da mille dubbi e pensieri tutti dannatamente legati ad un passato che era più che convinto  di aver accantonato da un pezzo ormai. Una volta crollate le mura di sabbia delle sue convinzioni, non si era stupito più di tanto di aver risposto in maniera meccanica all'invito. Si era sentito come se il suo corpo avesse preso una decisione che la sua testa non era ancora in grado di metabolizzare.

Ciò che invece non aveva smesso di tormentarlo era la risposta immediata che ricevette da Zayn, come se stesse aspettando solo quello, come se avesse trattenuto il fiato per tutto il tempo in cui l'invito era stato spedito, consegnato ed aperto.

Da Zayn:
"Siamo felicissimi di ricevere una risposta positiva da parte tua, sorpresi e moto felici. Abbiamo riservato una stanza per tutti gli ospiti che verranno da fuori per l'intero weekend del matrimonio. Ti aspettiamo il 27 giugno. Un autista ti aspetterà in aeroporto. Zayn"

Il messaggio era stato scritto chiaramene da lui a nome di entrambi. Eppure aveva deciso di firmarsi, come se temesse che l'amico non avesse più il suo numero. Harry pensò che forse Zayn lo sperasse, che avrebbe preferito pensare questo piuttosto che ammettere a se stesso di essere stato volutamente ignorato per tre anni.

Un'altra cosa che lo lasciò interdetto era l'enfasi del messaggio stesso: nonostante fosse scritto in maniera fin troppo formale per un tipo come Zayn, Harry riusciva a vederlo tra quelle parole non adatte a lui. Riusciva ad immaginarlo mentre scriveva un "Grazie Bro" e poi si costringeva a cancellarlo perché non adatto alla loro situazione attuale. Aveva sorriso al pensiero che magari si fosse fatto aiutare proprio dal futuro marito nella ricerca delle parole adatte da dedicare ad un  qualcuno che non faceva più parte della sua vita, ma che allo stesso tempo non vedeva l'ora di rivedere.

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