Capitolo 3

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Quello fu il periodo di tante cose.
Fu il periodo dei sogni premonitori, che puntualmente si avveravano dopo poco.
Fu il periodo della neve che cadeva su Ravenna come se volesse dividermi da lui. Infatti le scuole cominciavano ad essere chiuse, e ricordo che restammo a casa per parecchi giorni. E io.. Come avrei fatto senza vederlo?
Fu anche il periodo, insieme ai mesi precedenti, dei pomeriggi passati insieme, al bar vicino alla scuola, sempre abbracciati, sempre insieme, sempre uniti.
Fu il periodo delle biciclette che mi riportavano a casa dopo aver accompagnato il mio amore alla fermata del bus vicino all'ospedale e averlo visto partire.
Se devo essere sincera, fu anche il periodo del mio declino. Mi sentivo così frustrata e inadeguata per questa situazione. Così, cominciò una lunga serie di cazzate che combinai. A fine gennaio finì in ospedale per aver bevuto troppo alcol. La mia prima vera sbronza, a casa di un amico. Lo avevo pregato di passare con me questo "pomeriggio alternativo" per farmi distrarre. Non avrei mai pensato di vivere quello che in effetti capitò dopo.
Ricordo questi 8 cicchetti di liquori a caso, un bicchiere con succo di pera. Le scale, il letto, il bagno, il pavimento, il bagno. Mia madre che arriva, io che mi guardo nello specchio e vedo un mostro. Io che la prego di portarmi in ospedale perché non resisto. L'infermiere, le domande dei medici, la flebo. Io che mi riprendo e comincio a ripassare chimica con mio padre, con una risata isterica addosso, per smorzare la tensione, come se nulla fosse successo. La delusione negli occhi dei miei genitori. L'odore di rum e whisky che tutt'ora mi da fastidio.
E i miei pianti ininterrotti. Quasi tutti i giorni. Sempre. E gli occhi che bruciavano, e il respiro che mancava, e la bocca che non chiedeva più cibo. Diventavo sempre più magra e neanche me ne accorgevo. Tutti erano preoccupati. Io ero preoccupata solamente del fatto che sarei morta d'amore.

Fu il periodo del declino, del mio inferno. Un periodo in cui piuttosto sarei voluta morire. Perché un amore così intenso, senza risposte, per me era troppo.
Fu anche il periodo della verità. Di lì a poco mi sarei stancata di aspettare, avrei preteso come minimo una risposta.
Se questa mi fu concessa o meno, rimane tutt'ora un mistero.

Il cuore bipolareWhere stories live. Discover now