9. The Fight Club

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"Non posso?" mi lamento, spingendo il labbro inferiore all'infuori.

Lei sospira, ma alza la mano per lasciarmi una carezza sul viso.

"No, e se proprio ti senti messo da parte dovresti parlargliene" consiglia, tamburellando la matita sul foglio che ha davanti.

Non faccio fatica a immaginarmi l'eventuale seguito: Churchill che ride e mi ordina di tornare a mettere in ordine il mio cassetto dei tanga, invece che fargli perdere tempo con queste stronzate sentimentali.

"Se lo conoscessi sapresti che questo è un consiglio stupido" ribatto dunque, piccato, mentre lei corregge qualcosa dal suo saggio, ingombrata dal mio peso sulla spalla.

Si scrolla un po', "Smettila di starmi attaccato, non riesco a scrivere".

"Sono cattivo, Cyn. Ma ho tanto bisogno di attenzioni" ammetto, sfoderando il mio miglior tono da vittima innocente degli eventi.

Lo mugolo a un volume talmente alto che la signora Mills ci raggiunge all'istante, con l'indice premuto sulle labbra e gli occhi che rischiano di schizzarle fuori dalle orbite per la rabbia.

È una donna piccola e giovane, anche se invecchiata anzitempo, con una malcelata passione per i cardigan e un buon profumo di carta che la circonda ovunque vada.

Il suo soprannome, il Topo, è un banale gioco di parole sui topi di biblioteca, rafforzato dal fatto che veste in gran parte di grigio, e dai piccoli e velocissimi passi con cui percorre i corridoi.

"Stiamo andando via" la rassicuro, mentre Cynthia mi rivolge un'occhiata risentita.

"Se continuiamo così, getterà le nostre tessere della biblioteca nel tritacarte" mi fa notare, non appena usciamo dalla porta per ritrovarci nel piccolo cortile.

Mi trattengo dal dire che Cambridge conta 114 biblioteche, e che anche se il Topo ci bandisse dal suo regno ne resterebbero sempre altre 113.

Ho già messo sufficientemente alla prova la pazienza di Cyn, per oggi.

Fuori è già buio, e l'acqua del Cam brilla del riflesso dei lampioni in un cangiante misto di nero e ocra.

Cynthia insiste per accompagnarmi in auto fino al New Court, io ribatto che sono solo dieci minuti di camminata, lei mi fa notare che in macchina sono solo cinque, io cedo.

Un teatrino che portiamo avanti ormai ogni giorno, ma a cui siamo incapaci di rinunciare.

Di solito abbiamo il tempo di ascoltare due sole canzoni, prima di arrivare a destinazione e separarci, quindi abbiamo concordato ormai da tempo di sceglierne una a testa.

La scelta di oggi di Cyn è Heroes di David Bowie.

"Banale" la accuso, sorridente.

"Se esiste una canzone fatta per essere cantata in auto, è proprio questa" si difende lei.

Cantiamo, effettivamente.

Cantiamo tanto, con i pugni stretti a simulare microfoni immaginari, il volume al massimo e i finestrini aperti nonostante il freddo.

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonWhere stories live. Discover now