studiare latino o musica?

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*Chelsea*

Michael sta vicino a me per tutte le lezioni, ascoltando attentamente, al contrario di me che disegno suo quaderno nuovo o scrivo delle composizioni.

Alla fine delle lezioni sto uscendo, ma Michael mi segue.

《Ehm... tu hai capito qualcosa di latino?》mi chiede.

《Io ho capito tutto. Tu?》Lui sorride imbarazzato.

《Ehm... absolutely nothing》risponde.

Sospiro.

《E se tipo venissi a casa mia?》mi chiede, ma poi si rende conto di quello che ha detto e abbassa lo sguardo.

《Voglio dire, per studiare...》si affretta a dire, è mi viene da sorridere per il suo fare impacciato. Un sorriso sfugge al mio controllo, e lui lo nota e si illumina.

《Hai un sorriso bellissimo...》dice, arrossendo ancora di più.

《Va bene vengo》accetto.
Sulla strada di casa

《Aspetta quindi tu hai tre sorelle e un fratello?》gli chiedo incredula e lui annuisce sorridendo. Oddio ha una fossetta! È bellissima!

《Tu?》

《Ah io... no, io sono figlia unica. E orfana.》butto lì, sperando che non commenti.

《Oddio I'm so sorry...》comincia imbarazzato.

《Non importa, non devi scusarti》rispondo stringendomi nelle spalle. Un altro sorriso mi spunta sul volto.

《Come mai non sorridi quasi mai?》mi chiede incuriosito e io mi incupisco.

《Lunga storia. 》Lui capisce che non ne voglio parlare. Arriviamo a casa sua, e lui spalanca la porta gridando:

《Mamma siamo a casa!》

《Siamo? Tu e chi?》 Fa lei raggiungendoci all'ingresso.

《Mamma, lei è Chelsea, Chelsea, Mamma.》ci presenta Michael. Io porgo una mano e lei me la stringe.

《Andiamo a studiare ciao!》 Fa Michael stampandole un bacio sulla guancia. Saliamo in camera sua.

《Ehm... Michael...》comincio, ma lui mi interrompe.

《Chiamami Mika, tutti mi chiamano così. E... sì lo so è disordinata...》ma io non mi riferivo a quello. Sì era molto disordinata, il letto pieno di supereroi era disfatto, vestiti ovunque, poster per la stanza... ma era un disordine rassicurante.

Comunque, io intendevo l'enorme pianoforte a coda in mezzo alla stanza. Mi attirava a sé come una calamita.

《Vado a prendere la merenda》si annuncia uscendo, e io senza accorgermene ero arrivata al pianoforte e sfioravo i tasti con le dita. Una leggerissima pressione e il tasto emetteva un suono, sembrava che fosse lui a suonare me, non il contrario. In fretta tiro fuori i miei spartiti, canzoni scritte da me e comincio a suonarle. Inizio a cantare, c'è un'acustica davvero fantastica...

*Mika*

Wow, Chelsea è davvero carina. Non dimostra 16 anni, ma non sembra nemmeno una bambina. È... senza età.

All'inizio non sorrideva, ma poi ha sorriso, e il suo sorriso è... qualcosa di fantastico. Farei qualsiasi cosa pur di farglielo comparire in faccia, e uccidere i chiunque glielo facesse scomparire. Vado a prendere di sotto il tè e i biscotti, una caratteristica che ci siamo portati dietro dall'Inghilterra.

《Allora?》 Fa la mamma con i mani sui fianchi.

《Allora cosa?》le chiedo io infilandomi in bocca un pezzo di pane.

《Questa Chelsea?》 Fa un sorrisino.

《Haha. No. Lei è l'unica persona che non mi ha... discriminato.》lei mi fa l'occhiolino e sto per replicare, quando sento il suono del mio pianoforte e una voce femminile.

Corro di sopra e mi apposto vicino alla porta, mentre Chelsea continua a cantare. Poi, piano, apro la porta. Lei si è tolta la felpa, indossa una maglietta aderente a maniche corte nera. Rimango paralizzato.

È bellissima.

《Wow...》mormoro. Lei, che non si era accorta della mia presenza, mi vede e sobbalza.

《Io... scusa non ... scusa》mormora paonazza.

《E di che?》chiedo io perplesso.

《Per aver suonato... non lo farò più...》rimette via gli spartiti con gli occhi lucidi.

《No no no... sei bravissima》ora sono rosso come un peperone.

《Davvero?》fa lei tirando su col naso.

《Giuro.》mi siedo vicino a lei e cominciamo a suonare a quattro mani.

Giuro che mai, mai mi sono sentito così bene.

Mai.

La storia di Chelsea e MichaelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora