Capitolo 1 : La terre si apre

5 0 0
                                    

La mano col guanto di ferro sorvolava con rispetto il lungo affresco. Sfiorava delle foreste di lance puntate contro mostruosi animali ingualdrappati, ondulava sotto dei signori di guerra bardati di armature arroventate. Nella penombra turbata dai chiarori dei ceri al cinabro, lo Skorpios si fermò davanti all'incisione di un grande duomo, sorvolato da un rapace con gli artigli spalancati. Fece un discreto segno di devozione per ringraziare i vincitori della Guerra Scarlatta e si allontanò dal bassorilievo. 

Dietro di lui, impercettibilmente, in modo sornione, la pietra incisa s'illuminò. Di un bel chiarore verde come quelli che fanno danzare le lucciole durante le notti d'estate. Le ali degli uccelli di pietra si agitarono come un fremito e crebbe rapidamente una forma umanoide. Estirpava del minerale fuso. Adesso, addobbata nelle sue elitre, aguzza come una lama, si ergeva in piedi sul muro. Lentamente, ella alzò una testa senza volto verso le lance aguzze di un enorme morgenstern che voleva fracassarla. Lo schivò quasi con lentezza, ma in un lampo, l'attacco delle sue ali tranciò le lame articolate della faretra e schiaffeggiò il cavaliere. Volò violentemente contro un pilastro, le sue budella si sparsero. I due ultimi custodi erano già là. Si spiegarono le membrane alari. Come una tenaglia per afferrare le due braccia del primo. Come una falce ad aprire la gola del secondo fino alle cervicali. La creatura pose i suoi artigli sul suolo di un naos inondato di sangue e sibilò di piacere avvicinandosi all'altare. 

Restò un'istante a contemplare il suo bottino. Ipnotizzata. Le penne sacrileghe lacerarono le pesanti pareti in piombo del tabernacolo e la bestia assaporò l'onda delle radiazioni che la bruciavano. Ubriaca di questo fuoco invisibile le cui vibrazioni si estendevano fin dentro le sue cellule, avvolse lentamente, con tutto il rispetto che gli doveva, il fuoco di Adrion. L'Aracnide girò d'improvviso la sua testa ed emise un grido stridente. Una mano nelle sue viscere, l'altra sul manico del suo scorpione, il signore, con un urlo di rabbia, era su di lei pronto a colpirla. Con tutta la sua forza e con tutta la sua tecnica, risultati di una decina di anni di esperienza. Le punte del suo mucchio di armi esitarono, frenate da una barriera invisibile. Il signore Skorpios lasciò le sue viscere per stringere l'asta con tutte e due le mani appiccicose e con tutta la sua volontà. Il campo di forza cedette e la schiena fosforescente esplose in una luce accecante. 

Con un grido, Adronor si risvegliò, con il palmo della sua mano sull'occhio. Gli si era strappata la cornea. Il suo cuore batteva all'impazzata e sentiva le pulsazioni fino all'orbita dell'occhio. Ritirò dolcemente la sua mano temendo che fosse piena di cristallini e umore acqueo. 

Per tutte le Vedove, ancora un incubo! 

Con una mano avvizzita dalla magia spostò le lenzuola di seta porporina e con l'altra lisciò i suoi lunghi capelli bianchi in modo da pettinare le ciocche incollate dal sudore. Un po' stravolto, si alzò con difficoltà e uscì sul grande terrazzo di marmo. I suoi piedi nudi sulla pietra liscia, appoggiato ad una cariatide, respirò gli inebrianti mazzi di fiori che, più in basso, inondavano i suoi vasti giardini sospesi. Contemplò il grande disco lunare appeso nel bel mezzo di un cielo costellato di stelle ed i riflessi argentati dei fiotti neri della baia. Gli echi delle melopee vocative che portavano la brezza dell'oceano salivano verso la sua cittadella e gli facevano dimenticare a poco a poco il suo brutto sogno. Si avvicinò lentamente alla balaustra lavorata e le sue mani strinsero il diaspro. Le luci degli innumerevoli fuochi accesi dai suoi fedeli vacillavano ancora a quest'ora della notte. Al riparo dietro le sue alte muraglie merlate, il re di Adrion assaporava l'ardente fede di tutti i suoi sudditi. Ne attinse come ad una sorgente d'acqua in pieno deserto. 

Una volta ancora, le Grandi Feste del Solstizio si concludono. 

Un caprimulgo passò come una freccia per ghermire una grossa farfalla notturna. Il monarca si girò verso la sua camera e la grande porta chiodata dai piccoli ragni dorati si aprì bruscamente. 

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 21, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

ARACNEADove le storie prendono vita. Scoprilo ora